TikTokTac: Egitto e mistero
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “The Pyramids” – Patrick Doyle
Quando si parla di gialli, inequivocabilmente si finisce a parlare di Agatha Christie, e quando si parla della Christie… spesso si sta parlando di Poirot. Tra i tanti fan appassionati della scrittrice britannica c’è anche Kenneth Branagh, regista la cui ultima pellicola a tema giallo è stata Assassinio a Venezia, uscito qualche settimana fa nei cinema. Ma questo, adesso, non è importante, perché ogni grande film nasce da un grande libro… È il caso del mistero di Poirot sul Nilo, rinominato da Branagh nel suo adattamento del 2022 come Assassinio sul Nilo. Non solo… siamo qui per rispondere a una delle domande più discusse e odiate dagli amanti della lettura: Libro o film?
Trincee e cene di lusso
Avendo letto prima il romanzo, ho passato i primi 5 minuti della pellicola a chiedermi se non avessi noleggiato il film sbagliato. Mentre la versione cartacea inizia con una cena al ristorante, in cui viene subito introdotto il personaggio della bella e ricca Linnet Ridgeway, la pellicola parte nel bel mezzo di una scena di guerra, rigorosamente in bianco e nero. In questo modo, Branagh ci svela il motivo dietro agli iconici baffi del detective francese e ci mostra un esempio del genio infallibile di Poirot, ma inserisce dei dettagli della trama che non vengono nemmeno nominati nel libro.
Poi, anche se con qualche differenza, la storia procede in maniera simile: Linnet fa la conoscenza di Simon Doyle, il promesso sposo della vecchia amica Jacqueline De Bellefort. Poirot parte per una crociera in Egitto, insieme a tanti altri personaggi nuovi, ma che presto dovrà conoscere molto bene. Tra questi, è presente anche il trio appena nominato sopra, con un piccolo cambiamento: il viaggio è la luna di miele di Linnet e Simon, mentre Jacqueline, con il cuore a pezzi, li osserva da lontano con gelosia. E poi… succederà qualcosa per cui il detective francese dovrà interrompere il relax della vacanza e risolvere il mistero.
“How many great stories are tragedies?”
“Quante grandi storie sono tragedie?”
-Hercule Poirot
Personaggi e rosa
Una delle critiche più comuni sul libro è la presenza di troppo amore, cosa insolita per Agatha Christie. Tralasciando il triangolo amoroso di cui ho parlato prima, sono tante le piccole storie d’amore che sbocciano durante il romanzo… e durante il film, con qualche differenza.
“Ah, love. It is not safe.”
“Ah, l’amore. Non è sicuro.”
-Hercule Poirot
Uno dei personaggi coinvolti, il nostro Tim Allerton, viene completamente sostituito da Bouc, dalla storia simile, ma dalle sorti molto diverse. Il film non nomina tanti dei personaggi originali – ma, in fondo, non è da tutti gestire il numero di sospettati della Christie -, mentre alcuni vengono stravolti. Parliamo, ad esempio, di Salome Otterbourne, che passa da essere la scrittrice fallita e madre alcolizzata di Rosalie, all’affascinante cantante jazz e zia della ragazza. Non solo… le scene inedite inserite all’inizio del film hanno anche lo scopo di creare un legame tra la donna e il detective. Un’altra novità è l’inserimento di una velata storia d’amore omosessuale tra due personaggi presenti nel romanzo, lascio a voi il compito di scoprire chi. Il loro rapporto viene stravolto, in un modo che non sarebbe stato accettabile in un libro degli anni ‘30.
Dramma e licenza poetica
È chiaro che Branagh ha reinterpretato il libro in chiave moderna, creando dei toni più drammatici e crudi rispetto all’originale. Il regista ha anche inserito delle modifiche per esaltare il ruolo degli attori. Un esempio è il personaggio di Bouc è stato ispirato dall’interpretazione di Tom Bateman in Assassinio sull’Orient Express. Rimangono uguali l’aria di mistero che avvolge la trama, la caratterizzazione di Poirot e la presenza di frasi poetiche e cariche di significato.
“For Centuries, poets have dreamt of dying for love. I suppose we shall be the lucky ones.”
“Per secoli i poeti hanno sognato di morire per amore. Suppongo che saremo noi i fortunati.”
–Capitano Rens
Ma insomma, libro o film? La risposta è tutt’e due. La trama è simile e la risoluzione del mistero è quasi uguale, ma i toni e lo stile sono molto diversi, abbastanza da non dare l’impressione di star vedendo la stessa cosa due volte.
Morale della favola: vale la pena leggere e vedere entrambi e, soprattutto, Poirot non si smentisce mai.