USA: a scuola come nei film
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Lovesick” – Mura Masa, Asap Rocky
Li abbiamo visti tutti, quei film super scontati sui liceali americani – ammettilo, ne hai visto almeno uno – e abbiamo un po’ fantasticato sulla scuola negli Stati Uniti, apparentemente fatta solo di cheerleader, giocatori di basket e balli studenteschi. Non è detto, però, che ciò che immaginiamo, o vediamo su Netflix, sia vero. Com’è, allora, andare a scuola negli States?
Lo studio che scegli tu
Partiamo dal fatto che negli Stati Uniti gli anni scolastici non si contano come da noi. Anche lì ci sono elementari, medie e liceo – solo quattro anni di liceo, beati loro – e si contano a partire dal primo anno fino al dodicesimo, l’ultimo del liceo. C’è lo sconto di uno rispetto a noi, ma si inizia a studiare un po’ prima: da metà agosto. L’anno scolastico si divide in due semestri, in ciascuno dei quali gli studenti devono fare quattro materie, per un totale di otto. Togliendo quelle obbligatorie, come matematica, scienze e inglese, rimane un’ampia scelta tra le discipline più varie. Solo per citarne alcune, puoi fare ceramica, medicina dello sport, officina… e la lista continua ancora per un po’. Ciò non solo ti permette di studiare quello che ti piace, ma ti dà l’opportunità di capire cosa vuoi fare dopo il liceo.
Una giornata al liceo
Come funziona la giornata in un vero liceo americano?
Come noi, anche negli Stati Uniti la giornata scolastica inizia intorno alle 8 e finisce alle 15 – si, i film non mentono, si pranza a scuola -. Queste 7 ore si dividono in quattro blocchi, uno per ogni materia scelta quel semestre. Per ogni materia, quindi, il professore passa metà del tempo a spiegare, lasciando l’altra metà ai ragazzi per fare i compiti, che quasi sempre si finiscono a scuola.
Professori, poi, con cui i ragazzi hanno un rapporto amichevole e confidenziale, più di com’è solito da noi. Non solo, in America scordatevi il mal di schiena dovuto agli zaini carichi di libri e quaderni, perché là i libri di testo semplicemente non esistono. I compiti si fanno su una piattaforma e anche i voti si vedono online; il tutto su un computer fornito dal liceo e ritirato a fine anno.
Il pomeriggio
Finendo tutti i compiti durante le lezioni, esci da scuola alle 15 con la prospettiva di un intero pomeriggio libero davanti – un sogno -, che i ragazzi, passano lavorando o facendo sport. In America, infatti, lo sport ha un ruolo importantissimo; la stessa scuola è attrezzata con campi da baseball, football, softball… e, insomma, anche in questo caso la lista prosegue per qualche chilometro.
Non solo: grazie allo sport, un ragazzo può vincere una borsa di studio, che potrà usare per l’università. Da un altro lato, è un’occasione per socializzare; al contrario di quello che si può pensare, i ragazzi non escono così spesso dopo scuola, preferendo passare il tempo con la famiglia.
Prom e Graduation
Okay, so che stavate aspettando questa parte e vi accontenterò: il Prom, uno dei must di ogni film sui liceali negli Stati Uniti. A fine anno, ogni studente chiede a qualcuno di andare al ballo, una specie di “evento” della scuola. In cosa consiste?
Gli studenti si vestono in maniera molto bene e vanno a scuola per il ballo – e si, vengono votati i più eleganti -. Altro evento molto importante per un liceale è la Graduation, cerimonia che si svolge a fine anno all’interno della scuola, con tanto di vestiti da diplomandi e lancio del cappello. E, dopo questa, hai finito, sei ufficialmente fuori dal liceo, senza neanche bisogno di un esame – altro che maturità -. Nonostante sembri tutto rose e fiori, bisogna anche ricordare i lati negativi dello studiare negli Stati Uniti. Un esempio?
Basti pensare alle numerose notizie delle sparatorie all’interno delle scuole – purtroppo anche questo avviene davvero – e ai tornado warnings. Non a caso, le scuole sono dotate di bunker appositi. E poi, la scuola in Italia potrà essere anche dura – più o meno, a seconda degli istituti -, ma un duro lavoro dà i suoi frutti. Basta guardarsi un attimo intorno per rendersi conto che, alla fine, anche noi siamo fortunati.
Scritto da: Margherita 5D