Leggere con gusto: gli esperimenti di Mariaelena Prinzi
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Città vuota” – Mina
Conoscete Poppella? E’ una buonissima e antichissima pasticceria di Napoli dove mi è capitato di andare con alcuni parenti di giù, ma è anche il luogo dove lavora una cuoca – meglio dire, LA cuoca – vissuta negli anni ‘50 e famosa in tutto il Rione Sanità…
Chi? Donna Olimpia Scapece, una delle protagoniste del romanzo Le zucchine alla scapece scritto dalla professoressa Mariaelena Prinzi, ormai al Kennedy da due anni.
Niente lasciato al caso
Non è un libro di cucina, ma è una storia che risente prepotentemente della città in cui è ambientata.
Quasi commossa, – i pasticcini lì sono troppo buoni – le ho chiesto subito della pasticceria e del suo rapporto con Napoli, perché nel racconto a presentazione del libro mi era sembrato che lei, ‘a città de pulecenella, la conoscesse proprio bene.
“La mia famiglia ha origini partenopee; ogni riferimento alla città è reale, Napoli la conosco e la vivo da sempre. Certo, fatti e personaggi sono assolutamente inventati, anche se in ogni personaggio c’è sempre qualcosa di autobiografico...”
(Mariaelena Prinzi)
Sfide con se stessi
Da dove viene l’ispirazione per questo libro? Bisogna partire dal presupposto che Le zucchine alla scapece era nato come un racconto, per alcuni amici di Mariaelena, incompiuto, ma comunque un racconto.
“Era nato come una sfida, un esperimento: volevo scrivere usando sensi diversi dalla vista. Hai mai letto ‘Il profumo’ di Suskind?”
Non poteva saperlo, ma Il profumo è il mio libro preferito. Certo che l’ho letto: lo leggerei in loop.
“Ecco, la mia intenzione era produrre un racconto con il solo uso dell’olfatto, del gusto e del tatto; le ricette che cito sono ricette di tradizione che ho provato molte volte. Non parlo mai della carne perché non mi piace cucinarla e non sono una cuoca provetta, ma i piatti che appaiono nel libro li conosco benissimo.”
(Mariaelena Prinzi)
Un racconto “garbato, simpatico”, come lo definisce la commissione di LuccAutori, la quale ha assegnato all’autrice il premio Racconti nella Rete nel 2019.
Che dire: esperimento riuscito! Ma ha anche lasciato tutti quelli che hanno letto – mi aggiungo alla lista – con un certo languorino: come finisce la storia della piccola Ida che impara a cucinare da Donna Olimpia?
Tutto è bene quel che finisce bene
No, non conosco il finale e non ho voluto farmi spoilerare niente, però ho scoperto che, tra i brevi podcast che la prof ha registrato per i suoi alunni in collaborazione con voicebookradio.com, ce n’è uno intitolato: perché sbagliare.
“Gli sbagli sono solo nove tentativi che mi hanno portato al decimo”
(Thomas Edison)
La prof, per oggi solo Mariaelena, cita Thomas Edison mentre parliamo: “sbagliare fa molta paura, ma c’è bisogno di fare qualche errore per imparare.”
Nel libro Ida sbaglia, ha paura di tornare a casa dalla mamma perché Donna Olimpia si è arrabbiata con lei, ma poi si aggiusta tutto.
Insomma, è tanto tempo che non vado a Napoli e forse è il caso di leggere qualcosa che mi ricordi i sapori e i profumi di questa meravigliosa città, delle poppelle che io tanto adoro… Magari che mi insegni anche a cucinare, uno sbaglio per volta.
Proprio per questo motivo, il 3 marzo ho assistito alla presentazione del romanzo presso la romantica biblioteca Tullio de Mauro, incastonata in una piccola zona verde in via Tiburtina. – sembrava di non essere nemmeno a Roma…-
Sentirsi di famiglia
Arrivo in biblioteca con un quarto d’ora d’ anticipo e incontro subito Mariaelena che è tranquillissima: è la presentazione del suo primo romanzo ma ad essere agitata è, piuttosto, la sua amica Laura, oggi accanto a lei per presentarla.
Scopriamo – ops, lo sapevo già – che oltre a scrivere insegna e che le lezioni a distanza del 2020 le hanno dato l’opportunità di finire il suo libro.
“La storia già ce l’avevo in testa… Anche se non lo sapevo”
(Mariaelena Prinzi)
Dice l’autrice davanti ad amici, parenti, colleghi ed altri curiosissimi di scoprire di più su Le zucchine alla scapece.
Una chiaccherata piacevole tra chi ricorda Napoli, chi conosce le tante e ingombranti zie signorine – le famose “zie zitelle”, che cucinano ognuna a modo loro… Meglio dire “zie single” però, sennò pare brutto – a cui sono ispirati i nomi dei personaggi e chi propone di andare tutti insieme a mangiare le poppelle. – subito, vengo anche io!-
Non posso!
Prima di passare a leggere un piccolo estratto iniziale, viene chiesto di riassumere in breve la trama, ma tutto quello che c’è da sapere su questo libro si trova nella copertina: una foto di famiglia, forse la più piccola è una zia signorina; risale agli anni ‘50 e ci sono due donne, appartenenti a due generazioni diverse, in primo piano. La parte maschile nell’immagine è tagliata.
“Tagliare la foto è stata una scelta consapevole dell’autrice, ve lo dico. Ma niente di personale: erano altri tempi, altri uomini che vivevano la vicenda in secondo piano. Non c’è alcun riferimento al 2022.”
(Mariaelena Prinzi)
Due protagoniste forti, caratteri che si intrecciano in incontri burrascosi e tanto senso di famiglia, di ragù della domenica fatto in casa: ecco la trama.
E più non posso dire, anche perché non so di più; ho letto solo il primo capitolo, ma penso proprio che lo divorerò questo libro. – un pò in tutti i sensi…-
SCRITTO DA: ALICE 4D