Fronteretro: la teoria degli 88 tasti infiniti
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Une barque sur l’océan from Miroirs” – André Laplante
Ci vuole davvero poco a leggere questa storia, ma il suo protagonista ha un nome infinito: Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.
Per sapere tutto sulla sua vita straordinaria, serve solo mezza giornata di lettura. Il tempo più incredibile di sempre.
Sipario!
Novecento è un famosissimo “monologo” teatrale di Alessandro Baricco, anche se lui stesso dichiara nella prefazione che “non c’è un nome per scritti come questo”.
È talmente conosciuto da avere una sua versione cinematografica chiamata La leggenda del pianista sull’oceano.
E, insomma, il titolo del film dice un po’ tutto: Novecento – lo chiameremo così, per abbreviare – era stato abbandonato da neonato sul Virginian, un battello a vapore. Crescendo, aveva iniziato a mettere le sue dolci mani sul pianoforte del piano bar e da allora non aveva più smesso di suonare, né era mai sceso dalla nave.
“Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire e ti senti Dio” – Alessandro Baricco, Novecento
Pregiudizi
La nave e l’oceano erano la sua unica realtà. Iniziò a porsi delle domande sulla terraferma solo quando il narratore del monologo, un trombettista, fu assunto sul Virginian.
Divennero subito amici, ma il trombettista aveva grandi dubbi riguardo lo stile di vita che conduceva Novecento: come fa un essere umano a vivere in una barca così piccola quando può scendere sulla terraferma ed esplorare il mondo?
Ecco che Novecento parla dei suoi 88 tasti.
L’infinito da ascoltare
Un pianoforte ha un numero finito di tasti, per la precisione ne ha 88. È infinito chi suona il piano: la sua immaginazione, fantasia, creatività. Sono tutte queste infinite qualità che generano musica sempre diversa.
Una realtà finita e una mente infinita convivono bene, perché anche se non basterebbero cento vite per comporre tutta la musica possibile, le mani si possono muovere solo ed esclusivamente su quegli 88 tasti.
Ma, se Novecento scendesse dalla nave, si troverebbe un piano con infiniti tasti davanti. Non saprebbe dove mettere le mani, non potrebbe suonare nulla e finirebbe per morire dall’ansia. Ci sarebbero troppe versioni migliori da considerare; troppa responsabilità.
“Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?” – Alessandro Baricco, Novecento
Come fare a dargli torto. Scegliere una casa in un unico posto, scegliere un’unica persona con cui condividere la propria vita, un unico lavoro e pretendere che sia tutto giusto.
Una mente infinita in una realtà infinita è destinata a vivere con i rimorsi.
Lezioni preziose
Chi ha letto il monologo ha, di solito, manifestato grande smarrimento davanti al finale – che, ovviamente, non rivelerò –.
Mette in discussione un po’ tutto, perché ci è sempre stato detto di conoscere il maggior numero di tasti possibile, non importa quanto dura possa sembrare l’impresa.
In mezza giornata, ho imparato due cose.
La prima:
“Quando non sai cos’è, allora è jazz.”-Alessandro Baricco, Novecento
La seconda, invece, mi ha fatto capire se sono dalla parte del trombettista o di Novecento.
Affrontare la paura dei tasti infiniti è il primo passo per non affondare.
Scritto da: Alice – 5D