Domenico Rigillo: la Coca Cola prende fuoco!
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Stay Away” – Night Skinny ft.Ketama126, Side Baby, Franco126
Il Young Creative Blog ha avuto il piacere di intervistare un nuovo membro del corpo docenti. Con gran piacere, ecco a voi: Domenico Rigillo, anche soprannominato Doc, classe ‘93.
Direttamente dal mini-ufficio della palestra, il nostro prof ci ha raccontato un po’ di lui – e vi consiglio vivamente di continuare la lettura se volete sbellicarvi dalle risate-.
La scuola
Proveniente dalla bellissima Calabria, il nostro Doc ha studiato per 4 anni in un Istituto Tecnico Nautico (ITN) a Crotone.
Si potrebbe dire che quella del nostro prof è stata una decisione alquanto esotica se consideriamo che al giorno d’oggi i ragazzi, usciti dalle medie, vengono spinti più verso i licei poiché si crede che possano portare a una realizzazione professionale migliore.
Al contrario però, non è da considerare così strana la scelta di un ITN se si tiene in considerazione che il tipo di istituto che si decide di frequentare è legato molto alle esigenze del territorio in cui si vive.
Nelle acque calabresi, per esempio, sono situati la maggior parte dei giacimenti di petrolio italiani, il che significa che servono navi per l’estrazione e persone competenti che le sappiano gestire.
“L’ho scelto per ambizione e perché mi piacevano gli sbocchi lavorativi, perché nella mia vita ho sempre cercato di creare una strada che portasse a una realizzazione personale.”
(Domenico Rigillo)
Per chi non conoscesse il mondo degli Istituti Tecnici, bisogna sapere che non sono affatto un luogo di ritrovo per “fannulloni” con poca voglia di studiare, anzi, sono scuole che forniscono le competenze necessarie per un rapido inserimento nel mondo del lavoro ed allo stesso tempo consentono l’iscrizione all’Università. A differenza invece dei licei che non sono finalizzati a una professionalità specifica e sono funzionali solo alla continuazione degli studi universitari.
Cosa sognava di fare?
Tutti abbiamo dei sogni nel cassetto è quelli del nostro prof erano principalmente legati alle sue passioni.
“La mia premura era quella di creare una realizzazione professionale in un qualsiasi ambito dei miei interessi, che poteva essere o nautico o sportivo”.
(Domenico Rigillo)
L’amore per il calcio
Se ora alcune delle sue passioni sono l’istruzione e viaggiare, dovete sapere che il nostro prof, come tutti dopotutto, aveva degli hobby . Il più importante? Il calcio.
Tesserato con varie squadre sportive, Doc passava tutto l’anno ad allenarsi a livello agonistico.
A questo punto vi chiederete come facesse a trovare il tempo, tra allenamenti e partite, per studiare e andare bene a scuola-probabilmente non aveva nemmeno il tempo per respirare-.
“Ahimè, non ero avvantaggiato come lo sono oggi gli agonisti. Non esisteva ancora un patto con la scuola.”
(Domenico Rigillo)
Ebbene sì, non era ancora nato quel famoso progetto didattico “studente-atleta” il cui obiettivo, è permettere il successo formativo anche dei giovani atleti.
E nonostante sia cresciuto, la passione per il calcio non è mai scomparsa tant’è che dopo la laurea ha cominciato a gestire gruppi sportivi.
“Le mie esperienze sono sempre state con i ragazzi. Gestire gruppi sportivi mi ha aiutato molto ad imparare come relazionarmi con voi ragazzi liceali”.
(Domenico Rigillo)
Ma allora, com’è finito ad insegnare?
Non vi sembra strano che uscito da un ITN, sia finito ad insegnare a una mandria di ragazzi con gli ormoni a palla?
“Una volta diplomato, ho iniziato a lavorare in ambito marittimo. Ma poi mi sono accorto che quel mondo non faceva per me e ho fatto una riflessione interna quando avevo 22 anni. E mi sono chiesto cosa avessi fatto per tutta la vita. Sport, bene, mi laureo in discipline sportive”
(Domenico Rigillo)
Si Doc, ma perché tra i tanti sbocchi lavorativi, proprio il professore? Con una laurea in discipline sportive ne aveva di alternative!
“Il mio obiettivo era sempre non abbandonare i sogni che avevo da ragazzo e di sedermi in cattedra per portare sensazioni e informazioni. Cercare di creare delle persone che avessero una base importante e che potessero incarnare quelle che erano le mie passioni”
(Domenico Rigillo)
Beh, che dire, il Doc è il perfetto esempio di come si può rendere una passione il proprio lavoro.
Una piccola marachella
Al liceo se ne combinano di tutti i colori, e questo ovviamente vale anche per i professori, vero Doc?
La storia di seguito riportata non è da prendere come esempio- immaginate che proprio in questo momento sia comparso un enorme cartello giallo con scritto “Da non ripetere a casa”-.
“Quando ero in terzo superiore io e dei miei amici stavamo giocando in corridoio con una bomboletta di gas e una lattina di Coca Cola.”
(Domenico Rigillo)
Indovinate? Hanno avuto la brillante idea di incendiare la bomboletta e lanciarla in mezzo al corridoio.
“Ci siamo messi ad urlare <<Al fuoco, Al fuoco>> e quando è arrivato il vicepreside per passarla liscia gli abbiamo raccontato di come fosse stata la Coca Cola a prendere fuoco!”
(Domenico Rigillo)
Ma si sa, le bugie hanno le gambe corte- conosciamo tutti la storia di Pinocchio– e infatti, i birbanti non avevano tenuto in considerazione che il vicepreside fosse un docente di chimica, e che- dai, chi meglio di lui– sapesse cosa era o non era infiammabile.
“Il professore ci disse che eravamo dei grandi *** –chi vuole intendere, intenda– e che la Coca Cola non poteva andare in fiamme”
(Domenico Rigillo)
Diciamo che non è andata esattamente come previsto- effettivamente poteva andare peggio– ma cos’è la vita senza qualche marachella?
Ma soprattutto, cos’è la vita se non si segue il cuore?
Il nostro Doc è il perfetto esempio di come, nonostante una società dove il lavoro si sceglie in base al guadagno, nulla è più bello di fare delle proprie passioni la propria professione e di stare ogni giorno a fianco a ragazzi che ti ricordano che, a volte, fa bene tornare adolescenti.
SCRITTO DA: ZAHRA 4F e ELDA 3F