Chacklist: Questione di chimica
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “The Ballad of Heisenberg” – Los Cuates de Sinaloa
Breaking bad: una serie considerata un autentico capolavoro, tra le migliori ed originali mai create, e ci sono ancora persone che non l’hanno mai vista.
Infatti in seguito ad un’attenta analisi di mercato – chiedendo a due o tre amici – mi sono trovato davanti a dei miscredenti che alla domanda “Hai visto Breaking Bad?” mi hanno risposto con “No, sto finendo Shameless”.
Beh, shame on you, è ora di farsi una cultura.
Niente mezze misure
Per introdurre questa serie, permettetemi di citare il buon Ferrario.
“Immaginate una nuova serie della madonna, che si chiama proprio ‘A new series of Mary’ ”
-Edoardo Ferrario
Ecco, Breaking Bad è a tutti gli effetti una series of Mary, non ci sono mezze misure. – Fatta eccezione per un unico difetto, di cui però parleremo dopo. –
La trama è tanto surreale quanto veritiera: Walter White è un professore di chimica a cui è stato diagnosticato un cancro ai polmoni; a causa dell’instabilità economica e vivendo in un luogo dove la sanità non è pubblica – vero America? -, il suo destino è praticamente segnato.
Walter prende quindi una decisione drastica: iniziare a produrre metanfetamina purissima grazie alle sue doti di scienziato, per mettere su un piccolo gruzzolo da lasciare alla sua famiglia.
E così, dopo aver assistito all’arresto di uno spacciatore grazie al cognato sbirro, ritrova il suo ex-studente Jesse Pinkman, con il quale mette su questa piccola società nella quale Jesse fa i danni e Walter ci mette una pezza.
“Signor White, abbiamo un problema.”
-La maggior parte delle frasi di Jesse
Detta così però è troppo semplificata, quindi approfondiamo.
Conseguenze radicali
La serie è reale in tutto.
Ogni evento, situazione, dialogo o sparatoria ha senso e non è mai buttata là perchè è figa.
Ed è anche questo il suo lato negativo: più una cosa è reale, più la sentiamo vicina e ce ne affezioniamo. – Io vi assicuro che arrivati al quarto episodio inizierete a vedere i personaggi uscire dal televisore e camminare per la vostra casa. –
Walter è un uomo di mezza età che comincia a guadagnare valanghe di soldoni grazie alle sue capacità, fino a quel momento mai riconosciute; ha una moglie, un figlio disabile – nonostante sia un gran figo – ed una figlia neonata di cui non si aspettava l’arrivo; quindi crede, in parte giustamente, che gli sia tutto dovuto.
Jesse invece è un ragazzo di vent’anni ancora immaturo, con i suoi dubbi, le sue insicurezze e, di conseguenza, autore di colossali errori. – Tipo andare da solo ad insultare trafficanti locali. –
E loro sono solo i protagonisti che vivono in contemporanea ad una decina di sottotrame, tutte curate con la stessa attenzione data principale, per questo arrivati alle ultime stagioni…
Tutto torna
Un piccolo spoiler va fatto.
Pronti? Non si torna più indietro.
La serie, al suo apice, vi inizierà a lasciare un vuoto gigantesco dentro, tipo quando vi fate un film mentale assurdo, e si rivela essere solo un film.
Questo perché la storia di Walter è una discesa nel lato oscuro, che vede un uomo onesto e spaventato semplicemente dall’idea di ferire una persona, trasformarsi in un sadico signore della droga, che, proprio per questo, fatichiamo a riconoscere.
Possibile che sia sempre lui? Il buon vecchio Walter che usciva dal camper in mutande dov’è?
Il titolo di questa serie non è casuale, Breaking Bad vuol dire letteralmente diventare cattivo, ed il modo in cui prima ci faccia appassionare ad un personaggio e poi ci porti ad odiarlo, è naturale e coerente perché anche noi, in fondo, sappiamo che sarebbe andata così. – Ma il nostro cuoricino non è ancora pronto. –
Le storie non sono sempre fiction della Rai, e molte si concludono in modo triste, amaro e spento.
Fortunatamente, per addolcire la pillola, potete sempre chiamare Saul!
Scritto da: Alessandro 5A