Verso l’infinito ed oltre con Starfield
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Interstellar Main Theme”- Hans Zimmer
Da piccoli, lo spazio ha sempre affascinato. Chi più, chi meno, alla vista di un universo così grande e sconfinato viene naturale spalancare gli occhi dall’incredulità. È un tema vastissimo, trattato moltissime volte, sia nell’ambito cinematografico che letterario, per esempio “2001-Odissea nello Spazio” di Kubrick oppure “Interstellar” di Nolan, sia nel mondo videoludico.
C’è da dire che quest’ultimo comprende tanti giochi di storia lineari. Bethesda, la casa di sviluppo targata Microsoft, qualche giorno fa ha fatto uscire Starfield che – oltre a far venire le lacrime a tutti i possessori di console SONY, dato che il gioco non approderà mai su PlayStation – è riuscito a far ricredere milioni di giocatori su uno dei progetti più inaspettati dell’anno.
La Mystery inc dello spazio
Tutto inizia nel 2050,- in un futuro in cui Elon Musk ha finalmente cominciato la sua operazione per sparare le Tesla nello spazio – quando l’uomo riesce ad arrivare su Marte. Da lì, – come Mamma Storia insegna – alla vista di un tale potere, l’uomo inizierà a colonizzare ogni singolo pianeta, arrivando addirittura ad Alpha Centauri, dove fonderà la capitale universale: Nuova Atlantide.
Tutto fin troppo bene finora, ma visto che stiamo parlando della razza umana – e vale la mentalità “no guerra no party” – cominciano delle rivoluzioni in un sistema chiamato Narion. Dopo vent’anni la battaglia finisce con un trattato di pace, ma questo non risolve del tutto le cose e cominciano le guerre coloniali, che hanno fine solo nel 2311. È proprio durante questo periodo che nasce Constellation, un’organizzazione che si occupa di chiarire i misteri – già mi immagino un cane spaziale che dice: “Qualcuno vuole uno scooby snack?” -. L’associazione, infatti, riesce ad espandersi durante la guerra, fino a quando non trova un reperto alieno, che darà inizio alla storia del nostro protagonista.
Paesaggi stellari
In un gioco Open World, cioè a libera esplorazione, la trama è soltanto un filo conduttore in un infinito di possibilità, e quindi c’è bisogno di una buona area di gioco. Ma come si fa ad averne una effettivamente valida? Starfield è l’esempio lampante: grandissima, curata in ogni dettaglio e piena di attività, è questa la formula per la mappa perfetta. Molti giochi hanno la cura nel dettaglio e moltissime attività, però la mappa è piccola, perciò ci si annoia facilmente. Non è questo il caso.
Dovremo, infatti, viaggiare per diversi sistemi con la nostra nave in un vastissimo Open World composto da più di 1000 pianeti diversi fra di loro – vi basti pensare che io a momenti non mi ricordo i pianeti del nostro sistema -.Insomma, fra una mappa sbalorditiva e una storia sopra le righe, l’unica cosa che potrebbe fermarvi dal giocare a Starfield potrebbe essere il prezzo di 80 euro – facendo venire nostalgia dei tempi in cui 50 euro per un disco sembravano troppi -.
Scritto da: Francesco Apruzzesi