Maker Faire: la scarpetta smart
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Compliance” – Muse
Se per Cenerentola “i sogni son desideri, di felicità”, la nostra idea di felicità non è il principe azzurro, ma farci servire un cocktail da un robot a cui non piace fare i Mojito e che si chiama “Brillo”.
Magari non esattamente l’idea di invenzione utile all’uomo, ma, sicuramente, quella che ha riscosso tantissimo successo al Maker Faire: a migliorare il mondo ci pensiamo dopo.
Mettiamola così, se vi piace anche un minimo la scienza e l’innovazione e avete intenzione di trovare qualcosa di assurdo per fare views, questo è il posto giusto per voi.
Il mondo è di chi fa
Per spiegarvi cos’è il Maker Faire, partiamo dalla traduzione letterale del nome: è la “fiera di chi fa”, di chi ci prova e ci riesce, di quelli a cui viene un’idea in testa e, anche se assurda, – tipo il robot con la faccia di Leonardo da Vinci – la realizzano.
Nasce nel 2006 a San Francisco da un’ idea della rivista “Make: Magazine” e, ad oggi, l’edizione europea, che si tiene a Roma ogni anno, è la più grande del mondo.
Buone le olive
Tra giochi interattivi e robot portieri, università e istituti tecnici propongono progetti utili, atti a migliorare la vita di aziende e persone.
È il caso dell’ ITS Agroalimentare, Istituto Tecnico Superiore sito a Roma e Viterbo, che ringraziamo per essere stato la nostra base operativa e averci dato la possibilità di conoscere la fiera dal punto di vista di chi gestisce uno stand.
Il loro progetto “Olive X-Ray” si è classificato in prima posizione per la categoria “fabbrica intelligente” del concorso ITS 4.0 organizzato dal Ministero dell’Istruzione e l’Università di Venezia Ca’ Foscari.
In pratica: tutti gli ITS – scuole di formazione specifiche che non sono università – partecipano ad un concorso dove hanno la possibilità di risolvere i problemi delle aziende, nonché ricevere spazi pubblicitari come lo stand del Maker Faire.
Facile come scattare una foto
“La differenza con le università è che i nostri progetti sono human centred: cerchiamo di capire quale sia il problema e di risolverlo facendo sì che i tecnici del settore possano usare, in modo semplice, le nostre attrezzature.”
– Valeria Marchionni, coordinatrice didattica ITS AGRO
Così hanno fatto per il progetto: uno scanner per olive che combatte le infestazioni da mosche olearie, un tipo di insetto a cui piace distruggere.
Per farvi capire l’entità del problema, in 48 ore, l’infestazione raggiunge un margine del 1000%. Siccome l’Unione Europea ha vietato l’utilizzo di alcuni insetticidi in grado di tenere sotto controllo la situazione, – pur contaminando parte del raccolto – se useremo ancora così tante olive sarà grazie ad idee come questa.
Ma lo avevamo già capito dal fatto che, a parte gli stand con giochini robotici, quello di Olive X-Ray era uno dei più visitati dell’intera fiera.
Un passo avanti
Prototipi, nuovi brevetti ed idee: ogni anno c’è qualcosa che cambia.
Per esempio: tempo fa al Maker Faire, le stampanti 3D ancora non si vedevano in circolazione. Adesso sono persino nelle scuole, ci si costruiscono i palazzi – ce n’è una anche al Kennedy, iniziamo la caccia al tesoro per ritrovarla -.
E tra vecchie tradizioni, come la One Love Machine Band e lo stand Arduino, è impressionante notare l’avanzamento di ogni progetto anno dopo anno.
Un’ultima domanda
Ma chi non ne aveva mai sentito parlare prima di recuperare gli accrediti stampa con grande fatica, lo definirebbe:
“Un evento da non perdersi.”
– Alessandro Cartocci 5E, redattore YCB
Chi viene con chi non conosce la fiera è condannato a doversi fermare ad ogni stand: Cos’è questo? Cosa fa quest’altro? Ma com’è che funziona? A che serve? Sono le domande spontanee da porre a chiunque si trovi dietro agli stand.
Sembra brutto non fermarsi ad ogni giochino creato per coinvolgere i più piccoli: che fai, te ne privi?
E c’è da restare sbalorditi davanti le organizzazioni studentesche, tra cui le scuderie universitarie di macchine da corsa e le agenzie aerospaziali con i loro missili – esiste la SASA. Sapienza Aerospace Student Agency. Parliamone -.
Non capita tutti i giorni di provare nuove esperienze in realtà virtuale e di ricevere gadget anche da chi gestisce le bollette – nonché saltare tutte le file grazie il pass “press”-.
Ateneo divergente
Maker Faire: la fiera della tecnologia e degli studenti che la creano.
Ogni sezione ha diverse postazioni dedicate alle Università, dove è facilissimo trovare non solo consigli sull’orientamento, ma anche applicazioni pratiche di cosa vuol dire fare ricerca e studiare una determinata facoltà piuttosto che un’altra.
Vi consigliamo di svegliarvi presto in caso decideste di andarci il prossimo anno: gli abitanti del Lazio – e non solo – si concentrano qui, e quest’anno anche i Romics, in questi weekend. Spesso si creano file chilometriche insensate, anche per stand poco importanti o che addirittura non c’entrano niente con l’evento.
Davanti a tanta scelta ci si sente persi: anche chi era convinto di iscriversi a filosofia poco prima finisce per considerare l’idea di costruire robot combattenti, in grado di capire le emozioni, per guadagnarsi da vivere.
Abbiamo solo un consiglio da darvi: non sottovalutate queste fiere, perché è qui che nascono le svolte del secolo.
Scritto da: Alice 5D e Alessandro 5E