Loghi ambigui, quando sei sotto a un trip
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Watermelon Sugar” – Harry Styles
Se lavorassi in un’azienda e dovessi creare il tuo logo, a cosa punteresti?
Al minimalismo per essere facile da riconoscere? Ad una palette colorata per colpire a prima occhiata?
Oppure a delle forme ambigue per scandalizzare i clienti? No aspettate, fermate il gioco… in che senso forme ambigue?
Eh si, il logo è il biglietto da visita di qualunque attività. Basti pensare che proprio il termine “logo” è l’abbreviazione di logotipo, cioè la sintesi grafica di un prodotto o un’azienda. Seppur la prima impressione sia decisiva, alcune aziende piuttosto che cercare di apparire professionali e serie, si buttano su scelte più… anticonvenzionali.
Office of Government Commerce
Un logo sintetico, conciso e professionale che rispecchia perfettamente la filosofia di un ufficio governativo di questa portata. Eppure qualcosa non torna.
Ammetto che neanche io l’avevo notato all’inizio, ma se per puro caso si ruotasse di 90° l’immagine, ecco che un simpatico omino apparirà coinvolto in… attività ricreative.
Per non cadere nell’indecente passiamo la palla a Lucio Dalla, che canta:
“Mi son steso sul divano
Ho chiuso un poco gli occhi
E con dolcezza è partita la mia mano.”
Istituto de Estudios Orientais
Avrete sicuramente visto girare sul web questo logo.
Questo sole al crepuscolo dietro una pagoda cinese dà proprio delle belle vibrazioni, non trovate sia romantico?
Non mi dite a cosa state pensando, sporcaccioni!
È solo un tramonto!
Una birra particolare
Approdiamo in Danimarca, dove per riscaldarsi si beve una birra dal nome un po’ ambiguo, come vedete bene nell’immagine, e uno slogan assolutamente non fuori luogo: “Beer with an attitude”.
Questa bevanda gustosa la possiamo assaporare in tre aromi prelibati: “Golden”, “White” e per i più temerari “Brown”.
Mi domando quale sia l’ingrediente segreto…
Tripadvisor
Questo gufetto non ci porta solo per un tour gastronomico in giro per l’Italia, infatti sembra proprio sia nel bel mezzo di un altro tipo di trip…
Le pupille colorate e lo sguardo assorto ci suggeriscono un viaggio nel paese delle allucinazioni. Peccato che poi il logo sia stato cambiato per un look più minimal e basic.
Chissà cosa stesse passando per le menti dei grafici!
Una cosa è certa, queste scelte provocatorie hanno avuto il loro successo, ma anche il loro scandalo.
Personalmente mi sono occupata della grafica del logo dello YCB, e a guardarlo ora sembra così semplice!
Forse dovrei cambiarlo con qualcosa di un po’ più… audace.
Qualche consiglio?
Scritto da: Laura 4D