Prospettive: sei il punto di fuga
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Inner Light” – Elderbrook, Bob Moses
Certe volte un cambio di prospettiva è proprio quello che ci vuole: permette di avere un quadro più generale delle cose, di capirle meglio.
Oppure, semplicemente, di vedere una mano dove vedresti solo mozziconi di dita.
Artisti nel deserto
Dopo una lunga passeggiata in centro, fai una piccola deviazione, ed ecco che sei al palazzo delle esposizioni. La prima cosa che vedi è un cartello su cui c’è scritto “sdraiati pure” e sai di aver trovato un’oasi in mezzo all’asfalto che si scioglie.
La piattaforma su cui ti è concesso sdraiarti è, in realtà, una grossa cassa: emette vibrazioni più che vera e propria musica. Questo perché, affinché l’opera sia completa, servi tu. Il tuo corpo e i tuoi occhi, ma soprattutto le tue sensazioni.
Il video rende felici è, infatti, la mostra dedicata agli effetti che il video, in generale, produce sulle persone: tanti giochi di luci, strani esperimenti e opere interattive per fare dello spettatore il vero artista.
Non ho paura del buio
Come in questo caso: è la tua ombra a rendere le cose interessanti. Ma concentrarsi troppo sulle foto per Instagram – per quanto vengano bene – è sbagliato: le stanze buie sono fatte per non distrarre chi partecipa dell’opera.
L’ideale sarebbe capire cosa provi in quel momento, porti delle domande.
Lo trovo bello veramente o lo dico solo per sembrare intelligente? Lo trovo utile o no? Magari l’arte non dovrebbe essere utile….
La risposta potrebbe anche essere “niente, non mi trasmette niente”, ma in genere è una cosa del tipo: “è parecchio strano, ma non mi dispiace”.
Segui il Bianconiglio
Forse è strano perché non ci fermiamo mai a riflettere su noi stessi; perché non siamo abituati ad essere il centro delle cose, il punto di fuga.
Chiudersi in una stanza buia a contemplare delle luci sembra una cosa che farebbe un bambino per rifugiarsi nel suo mondo immaginario. Un atto di pura protezione dai mostri nell’armadio.
Diventare adulti non significa smettere di avere paura, ma imparare ad avere a che fare con più mostri senza sembrare spaventati: a volte, c’è bisogno di una pausa.
Questa mostra offre l’opportunità, anche lì dove non c’è il buio, di silenziare i mostri fuori per entrare nel proprio, personalissimo, paese delle meraviglie.
Così potrai svegliare gente che dorme, decidere il percorso di un robottino a forma di tv e diventare una cassa di risonanza con il tuo corpo.
Un’idea diversa per dare una svolta ad un’uscita con gli amici che proprio non vuole decollare, – dipende sempre dagli amici eh – una sfida con il tuo appuntamento, una tregua dal traffico di Roma.
Cinque dita o più
Hai presente quei quadri che ti seguono con gli occhi? Stavolta tocca a chi guarda stare fermo e lasciare che il resto si muova intorno.
Insomma, se sei da quelle parti e hai bisogno di staccare, il cartello “sdraiati pure” è sempre lì ad aspettarti – almeno fino al 4 settembre -.
Se accetti un consiglio, quando sei in compagnia, non fare troppo caso a quello che dicono gli altri: potrebbero condizionare quello che provi. Sei tu il punto di fuga, ricordalo.
Magari riesci a vedere più di una mano.
Scritto da: Alice, 4D