BookGame: vuoi giocare con me?
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “The Winner Takes It All” – ABBA
- Il problema dei libri è che, con la testa in sovraccarico, aggiungere altre parole, con personaggi importanti e trama complicata, non è il massimo –a volte anche il cervello ha un limite di battitura, non solo i miei articoli-. Però, distrarsi con dei videogiochi su console o telefono fa bruciare gli occhi e attira istantaneamente le critiche della persona di turno, perché da quei “cosi infernali” non ci si stacca mai. Una soluzione esiste: benvenuti nel magico mondo dei gamebook.
Se vuoi sapere che cosa sono, vai a 3.
Per sapere la sua storia vai a 8.
Se vuoi sapere come si usano vai a 7. - In seguito, verso il 1940, si svilupparono i gamebook di livello 1: i libri formativi. Erano strutturati con dei quesiti a risposta multipla e, se la risposta era sbagliata, lo studente veniva mandato ad una pagina dove gli veniva spiegato il proprio errore. In questo modo, non era necessaria nemmeno la presenza di un insegnante e l’apprendimento si adattava e basava sulle capacità degli alunni stessi.
Vuoi continuare?
Hai dato la risposta giusta: vai a 10. -
Le regole del gioco
Un gamebook è un librogioco –wow, chi l’avrebbe mai detto? Sì, so di essere indispensabile per la tua sopravvivenza-, ovvero il letterale mix tra i videogiochi e i libri. L’arma finale di ogni asociale. Vai a 12.
- Gianni Rodari, nel 1971, scrisse Tante storie per giocare, una raccolta di novelle a puntate da leggere nei programmi radiofonici e, in base alle scelte degli ascoltatori, le storie si evolvevano in modi differenti.
Segui il sentiero dorato fino a 6. - I gamebook sono strutturati così da permettere al lettore-giocatore di scegliere e vivere la sua personale avventura. È proprio il principio cardine che li accomuna a molti videogiochi, solo che in questi ultimi le possibilità sono risposte multiple fisse. La scintilla di questi libri è che molti utilizzano i dadi, per determinare il tuo destino. E alcuni hanno su ogni pagina una combinazione possibile, così da poter giocare in qualsiasi momento, tirando aprendo una pagina a caso.
Se vuoi sapere che cosa sono i gamebook vai a 3.
Per conoscere come sono nati vai a 8.
Se il tuo tiro è stato superiore a 8, vai a 9.
- Come tutte le belle cose, anche i gamebook ebbero un periodo di declino: dagli anni ‘90, fino al 2013, quando tornarono in tendenze anche i giochi di ruolo. –Coincicredo? Io non denze-.
Procedi a 9. - Per iniziare il gioco è necessario leggere il Prologo, ovviamente –come giochi una storia che non sai il contesto?-. Dopo tutte queste pagine di introduzione, troverai delle schede personaggio, alcune già compilate: compila o scegli le tue abilità, ma fa attenzione, perché da questo dipende la tua sopravvivenza.
Tira i dadi: vai a 5. -
In principio c’erano i romanzi
Le radici dei gamebook –sì, continuo a ripetere il nome inglese perché “librogioco” o “librogame” non si possono sentire- sono facilmente riconducibili all’Ottocento e anche prima.
Sei cadutə nella trappola della curiosità: vai a 11.
- Complimenti: sei alla fine dell’avventura!
Se hai paura di non riuscire a giocare, io ne dubito: sei arrivatə alla fine di questo articolo, sopravviverai anche ad un gamebook.
Spero tu ti sia divertitə. - Si iniziò poi a considerare l’idea di creare proprio dei romanzi ad albero, così da sfruttare le potenzialità di quei libri pedagogici. Nel 1970, infatti, la popolarità dei gamebook esplose, grazie anche a libri che fondarono le basi per alcuni dei giochi di ruolo più famosi al mondo.
Vuoi un esempio? Vai a 13.
Vuoi continuare con la storia? Segui a 6.
- I primi romanzi, infatti, venivano pubblicati a puntate sui giornali e, in base alle risposte dei lettori, gli autori –che non avevano ancora finito al storia– modificavano il corso degli aventi, deviando la trama in questa o quella direzione.
Hai sbloccato: ricordi delle lezioni di inglese su Dickens.
Vai a 2. - Hanno la forma di comunissimi libri, anche comodi da portarsi in giro e, come tutti gli scrigni di carta e inchiostro, è al suo interno che c’è la magia. –Sì, lo so. È una frase scontatissima, ma già mi sto impegnando a strutturare questo articolo in modo diverso. Quindi lascia in pace la mia originalità per una volta; in qualche modo devo pur sempre compensare!– Nelle prime pagine, infatti, si trova una spiegazione generale del gamebook e il regolamento –che ogni buon gioco deve avere-.
Vai a 7: il gioco è iniziato. - Secondo te su cosa si fonda Dungeons & Dragons? Dai, facciamo i seri –anche se non mi si addice molto– e vai a 6.
Se vuoi invece un esempio di uso alternativo di questo tipo di libri, scrolla fino a 4.
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