Tiktoktac: il Cimitero dei Libri Dimenticati
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Barcelona” – Freddie Mercury, Montserrat
Si dice che una storia viva per sempre, almeno finché c’è qualcuno che la racconta o, nel nostro caso, che la legge. Sono tantissimi i libri seppelliti dal tempo, apparentemente dimenticati finché non vengono riscoperti e fatti propri. Così farà Daniel con il romanzo che aprirà le porte a una storia che vede coinvolte generazioni, nella Barcellona di Franco.
L’ombra del vento
Così inizia il primo capitolo della saga di Carlos Ruiz Zafón: L’ombra del vento. Siamo nella Barcellona del 1945 e un giovane Daniel Sempere viene accompagnato dal padre, un libraio, nel cimitero dei libri dimenticati. È un posto magico: una gigantesca biblioteca labirintica dove, come da tradizione, Daniel sceglie un libro da custodire per tutta la vita: L’ombra del vento, di Julián Carax. Lo finisce subito e ne rimane così colpito che decide di cercare altri libri dell’autore, ma non solo scopre che la sua potrebbe essere l’unica copia rimasta delle sue opere, conosce un uomo misterioso che da anni cerca gli scritti di Carax per bruciarli. Questo personaggio si fa chiamare Laín Coubert ed è presente anche nel libro, dove rappresenta il diavolo in persona.
Daniel continua a cercare e nel frattempo cresce: passano dieci anni, la sua storia si intreccia con quella della città e il lettore inizia a notare una serie di circostanze molto simili a quelle della vita di Carax finché, scavando a fondo, Daniel non ne scopre l’indicibile segreto.
Il gioco dell’angelo
Per il secondo capitolo della saga, Il gioco dell’angelo, facciamo un salto indietro nel tempo fino agli anni ‘20. Il protagonista stavolta è un aspirante scrittore la cui storia è legata, inaspettatamente, a quella di Daniel Sempere. David Martín lavora come inserviente per un giornale, ma grazie alla raccomandazione del suo protettore, il conte Pedro Vidal, ottiene un contratto con una casa editrice e inizia a pubblicare delle storie thriller di successo sotto lo pseudonimo di Ignatius B. Samson. Martín si chiude nella scrittura, trascurando salute e relazioni interpersonali, ma costretto da frequenti mal di testa decide di andare da un medico e scopre di avere un tumore al cervello e un solo anno di vita rimasto. Prima di andarsene, si pone l’obiettivo di pubblicare un libro a suo nome, ma, spinto dalla richiesta della donna di cui è innamorato da sempre, parallelamente scrive un libro per Pedro Vidal. La vita di Martín diventa sempre più oscura, le delusioni si accumulano e, per cercare di salvarsi, lo scrittore fa un patto col diavolo che gli costerà la sua felicità e quella delle persone a cui tiene.
Tra i quattro romanzi, questo è stato il mio preferito, un thriller che fino all’ultimo ti fa penare dietro alla sorte del protagonista, ma allo stesso tempo ti lascia un dubbio: Mi posso fidare del narratore?
Il prigioniero del cielo
Ne Il prigioniero del cielo, il protagonista è Daniel, ormai cresciuto e divenuto padre, nonché gestore della libreria di famiglia. La storia, però, è quella di Fermín, un personaggio che incontriamo nel primo libro e che diventa subito molto stretto con la famiglia Sempere. Un giorno, uno strano individuo, Sebastián Salgado, entra in libreria, compra una copia de Il Conte di Montecristo e la lascia a Daniel con il compito di darla a Fermín; dentro c’è una dedica molto particolare:
“A Fermín Romero de Torres, che è tornato dal mondo dei morti e possiede la chiave del futuro.” – 13
Daniel inizia ad indagare sul passato di Fermín, scoprendo che è stato compagno, nella prigione di Montjüic, dello scrittore maledetto David Martín. Scopre così come lo scrittore sia legato alla morte prematura della madre e come l’incontro con Fermín di qualche anno prima non fosse stato casuale. Le vicende diventano sempre più oscure, mentre il lettore inizia a mettere in dubbio quello che aveva dato per certo ne Il gioco dell’angelo. Nonostante sia quello che mi ha appassionato di meno, è un tassello fondamentale nella storia della Barcellona dei Sempere.
Il labirinto degli spiriti
Siamo arrivati all’ultimo capitolo, Il labirinto degli spiriti, ambientato tra Madrid e Barcellona a partire dal 1959. Seguiamo la storia della giovane Alicia Gris, un’investigatrice per i servizi segreti del regime franchista, a cui viene affidato un ultimo caso: scoprire di più sulla scomparsa di Mauricio Valls, sovrintendente del carcere di Montjüic legato alle vicende di Martìn e della famiglia Sempere. Mentre indaga sul mistero, nuovi aspetti dei libri precedenti vengono alla luce. Vediamo come la storia di Alicia sia legata a quella di Fermín, sullo sfondo della cruda Barcellona. Alla fine, questo romanzo mi ha lasciato l’amaro in bocca, quel poco che serve per renderlo un capolavoro. Con questo capitolo si chiude il ciclo della saga del Cimitero dei Libri Dimenticati, storie di personaggi molto diversi tra loro, ma come scopriranno loro stessi, le cui sorti sono finemente intrecciate. Non è solo un libro, o un libro nel libro, ma è un viaggio nella Barcellona del Novecento e nelle vite di personaggi a cui, inevitabilmente, vi affezionerete.