YCGames: Videogiochi con l’Anima 2
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Dark Souls 2: Prologue” – Motoi Sakuraba
Dopo essere riusciti a sfornare forse il gioco meglio architettato della storia videoludica, è certamente complesso e utopico riuscire a creare un secondo capitolo al livello del precedente. Infatti, i cari sviluppatori From Software, non essendo delle divinità, non sono stati in grado, almeno questa volta, di dare una degna reputazione al volume 2 della serie. Ovviamente non è tutto da buttare, anzi, di cose interessanti ci sono e anche tante. Ma l’assenza della mano artistica del maestro Miyazaki si sente tutt’ ora, dopo anni dall’uscita. Ora però, senza indugiare, andremo a sviscerare l’opera e capire se veramente, Dark Souls 2, è la pecora nera del Franchise.
Cose di Mezzo
Ma Dark Souls 2, quindi, dove lo collochiamo? Siamo lontani dalla leggendaria Lordran, sia dal punto di vista spaziale che temporale. Ormai la leggenda della “terra degli Dei” non è più così affidabile e la maledizione della Non Morte è dilagata ovunque. In questo capitolo noi non siamo il non morto prescelto, un campione con una missione divina da portare a termine, ma un derelitto in un mondo che assomiglia, sempre di più, ad un cumulo di rifiuti alla deriva. Nonostante questa impostazione, sono numerose le aree che esploriamo durante il nostro viaggio, ed ognuna riflette la gloria di un regno che oggi non è più lo stesso.
“Fiamme, oh fiamme, vi vedo. Piccole danzanti stelle in una notte senza tempo.“ -Re Vendrick
Meccaniche rivisitate
Ovviamente, essendo un altro gioco, è normale cambiare alcune cose di gameplay, ma in casa From si sono fatti prendere un po’ la mano. Gli amatissimi moveset, i set di mosse che un giocatore può eseguire , sono uguali per tutte le armi. Cambiano solo da tipologia a tipologia. Nel precedente gioco, se si riusciva ad ottenere un’arma rara, oltre che ad essere forte, si veniva ricompensati con le loro bellissime mosse uniche. Invece su DS2 la ripetizione dei movimenti è straziante, monotona come qualsiasi serie Netflix.
Ricordiamo però, che in questo gioco, è stato introdotto un geniale oggetto di gameplay: i “falò ascetici”, permettono al giocatore di mandare in NG+, ovvero ricominciare il gioco nello stesso salvataggio dopo averlo finito, solo un’area del mondo. Così da non costringerlo a rifinirlo mille volte per battere nuovamente i boss e raccogliere le anime necessarie all’avventura. Un’idea geniale che rende il titolo unico, dato che tutti i suoi fratelli non hanno questa chicca.
La torcia ha un ruolo fondamentale. Ovunque si vada si trovano legna e fuoco. Sapete cosa fa un legnetto con del fuoco? Una torcia, così da rendere più avvincente l’illuminazione; ci siamo chiesti tutti da dove si tirava fuori la torcia il non morto in DS…. Anche le Umanità sono state cambiate, quell’animella nera che ti faceva tornare umano dopo essere morto, è diventata un ”effige umana” molto simile alla precedente, ma con qualche effetto diverso.
Interconnesso
Vi ricordate i geniali shortcut che si nascondevano nel mondo di Dark Souls? Bene; purtroppo queste meraviglie, qui, sono più rare di un Pokémon Shiny. L’interconnessione, in un Souls è fondamentale, come la mozzarella per la caprese.
L’idea di avere il mondo totalmente intrecciato e collegato, fa sentire il giocatore più immerso nell’avventura e senza di essi si ha una sensazione di dispersione. Come fa il giocatore a abbracciare al 100% il gioco? Semplicemente non può. Deve solo continuare un percorso a ostacoli, senza poter tornare in zone già viste, con facilità. Certo, i falò permettono alla grande di spostarsi, ma non è assolutamente la stessa cosa.
Ninna Nanna
Come descrivere la Lore di Dark Souls 2… Sicuramente lontana anni luce da quella del primo. Immaginatela come un puzzle, composto da tante piccole storie che in qualche modo riprendono Lordran ma la espandono – talvolta anche forzatamente – verso nuovi orizzonti. Demoni nati dai peccati dell’anima umana, figlie dell’oscurità e Giganti – Rumbling Rumbling! – sono alcune delle tematiche che il nostro non morto affronterà in questo secondo pellegrinaggio, per diventare monarca e succedere a… Vendrick. Per farla breve ci sono un pregio ed una pecca: il lato negativo è la lontananza temporale dagli eventi originali, che uniti a valanghe di nomi – spesso superflui – rendono questo puzzle un martirio per tutti i giocatori. Ma se si prendono singolarmente le piccole storie, e le si leggono per ciò che sono, si torna bambini, cullati dalle avventure di cavalieri che combattono mostri e salvano principesse.
Mente
Spenderemo ora due parole per raccontare la storia dello sviluppo di Dark Souls 2. Le differenze notevoli rispetto al primo capitolo sono dovute ad una diversa direzione e mente, poiché il creatore originale, Hidetaka Miyazaki, era occupato a lavorare ad un incubo. Un altro team è stato quindi incaricato di lavorare al sequel, e Yui Tanimura e Tomohiro Shibuya – nuovi direttori del progetto – hanno reinterpretato e rimodellato l’idea originale.
Non è da considerare come errore, vista l’atmosfera poetica e stanca che avvolge il gioco, e va goduta fino in fondo. Una tranquillità che ben presto verrà sovvertita.
Scritto da: Riccardo Riccioli ed Alessandro Vitrano