Pop corn del weekend: i migliori dannati in circolazione
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ain’t No Rest For The Wicked” – Cage The Elephant
Il testo della soundtrack dice:
“Non c’è riposo per i dannati
I soldi non crescono sugli alberi;
Ho delle bollette da pagare, delle bocche da sfamare
E niente in questo mondo è gratis.”
-“Ain’t No Rest For The Wicked”, Cage The Elephant
Chi potrebbero essere, i dannati?
Sono persone che vivono ai margini della società e, in Italia, ricercatori universitari, con anni di gloriosa carriera alle spalle, ma senza fondi per le loro ricerche. Più nello specifico, i dannati sono i protagonisti della saga di “Smetto quando voglio”.
Fatta la legge
Esistono delle droghe legali. E siamo lontani dai discorsi sulla legalizzazione delle droghe leggere, perché qui si parla di:
“sostanze, di origine sia naturale sia sintetica, assunte per migliorare le capacità cognitive ma che presentano anche effetti allucinogeni e dannosi ancora sconosciuti. Sono “smart drugs”, “droghe furbe”, perché, al momento attuale, non rientrano nelle tabelle legislative che proibiscono l’utilizzo di sostante psicotrope.”
-dati dei Carabinieri
Per una persona normale, sarebbe impossibile teorizzare, produrre e vendere una sostanza stupefacente non ancora segnata nell’elenco del Ministero, ma provate ad immaginare cosa potrebbero fare il miglior neurobiologo e il miglior chimico computazionale in circolazione insieme. E se, a loro, si aggiungessero il miglior antropologo, il miglior anatomista e il miglior economista del paese, la loro sarebbe la banda di spacciatori più conosciuta d’Italia. Il piano è quello di fare qualche soldo, giusto il tempo di comprare una nuova lavastoviglie e poi smetto quando voglio.
Le migliori menti in circolazione (all’estero)
Non smettono mai, chiaramente. In qualche modo, le smart drugs entrano nelle loro vite e non ne escono più, nonostante abbiano studiato tutta la vita per stare lontani dal pericolo e dalla precarietà. I film prendono –ovviamente– ispirazione dalla leggendaria “Breaking Bad”, ma si basano su fatti tragicamente reali: nel 2007, a causa della crisi, le Università Italiane hanno tagliato i fondi per la ricerca – e il film è ambientato nel 2014-. Questo ha comportato la chiusura di laboratori e poli di ricerca in tutto il paese, nonché la celeberrima fuga di cervelli verso Paesi con una solida politica di investimento. Sono geniali, potrebbero cambiare il mondo, ma rimangono inascoltati dalla stessa legge che invece aveva promesso loro così tanto. E allora viene da chiedersi: se la legge non rispetta le promesse, non è giusto trovare l’inganno?
“Meglio ricercati che ricercatori”
Questo è il magnifico sottotitolo della saga. Meglio tranquillizzarvi: sono commedie, niente di angosciante o troppo serio – e vi prometto, finirete con le lacrime a forza di ridere-.Ma la verità di sottofondo rimane sempre la stessa. Se una squadra così preparata avesse l’opportunità di lavorare anche su una piccola parte della valanga di problemi che ha l’Italia – immigrazione, debito pubblico, disastri ambientali… così, roba da niente – , di neve, a valle, ne arriverebbe molta meno.E mentre gli altri stati europei lo capiscono e usano geni made in Italy per i loro progetti innovativi, dell’Italia si può solo che dire “è intelligente, ma non si applica”. Che dire: ridiamo per non piangere con i migliori “dannati” in circolazione.
Scritto da: Alice 5D