Don’t panic: scegli il tuo metodo!
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Wake Me Up” – Avicii
“L’importante non è nei contenuti, ma nel metodo che usate per studiare!”
Sono d’accordo con voi: è trita e ritrita. Ma se viene usata così spesso, un motivo ci sarà. Studiare senza un metodo, infatti, può essere estremamente complicato e soprattutto rischia di richiedere più tempo del necessario. Praticamente, sprechiamo energia inutilmente. Chiaramente, per trovare quello adatto, bisogna provarne più di uno, così da scegliere il migliore per sé stessi. Quindi, se la classica tecnica leggo-ripeto non vi piace, ecco alcune alternative valide!
Flashcards, prevenire è meglio che curare
Questo metodo si divide in due fasi: la prima è quella che potremmo definire di apprendimento e la seconda di applicazione. Il passo da compiere all’inizio, infatti, è leggere e sottolineare i concetti chiave e soprattutto cercare di comprenderli. A questo punto, prendiamo carta e penna, perché può risultare estremamente utile scrivere tutte le possibili domande che l’insegnante potrebbe farci riguardo un determinato argomento. Se già qualcuno in classe è stato interrogato, approfittatene! Durante la sua verifica orale, segnatevi tutte le domande che vengono sottoposte. A casa, poi, cercate di rispondere a quei quesiti, anche con l’aiuto del libro. Provate, quindi, a memorizzare queste risposte, perché saranno queste le conoscenze che probabilmente vi verranno richieste.
“Se sai l’argomento e conosci il professore, in qualche modo, ti immagini che tipo di domande possa fare. Così, cerco di ricostruire le domande del compito […]. Molto spesso, indovino.”
– Alice, 5D
Schemi e riassunti
Sintesi e schemi spesso vengono confusi. In realtà, sono diversi e c’è chi si trova meglio con uno e chi con un altro. I riassunti sono molto utili quando si hanno ingenti quantità di argomenti da studiare e soprattutto quando essi sono particolarmente lunghi o discorsivi. Al termine di ciascun paragrafo, basterà fare un piccolo riassunto di tutte le informazioni principali di cui si parla. Poi, alla fine di tutto, sarà necessario ripetere solo le piccole sintesi in modo da avere un quadro completo di tutte i punti principali dell’argomento. Gli schemi, invece, di cui fanno parte le mappe concettuali, sono, sostanzialmente, dei raggruppamenti di input e parole chiave. Queste ultime, letteralmente, aprono la porta ad un concetto che si trova nella nostra mente. Lo schema, inoltre, serve a fare dei collegamenti tra i vari punti del discorso, non perdendo mai il filo.
“Preferisco le mappe, perché sono più immediate”
– Laura, 3D
Sottolineiamo, però, che ciascuno si trova meglio con un modo piuttosto che in un altro: lo studio, del resto, è anche molto personale, da questo punto di vista. Ora, sicuramente, le idee su come agire quando si hanno davanti una scrivania, un libro e un quaderno, saranno un po’ più chiare. Cercate il metodo che vi si addice di più, e non tarderete a trovarlo!
Scritto da: Benedetta, 3G