La cittadina del Mondo: Jhumpa Lahiri
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sul mondo”- Lucio Dalla
Aver vissuto in posti diversi è un’esperienza meravigliosa, ma immaginatevi di cambiare continuamente Nazione, come vi sentireste?
Questo è ciò che è accaduto alla scrittrice Jhumpa Lahiri, che abbiamo avuto la possibilità di intervistare.
Una persona multiculturale
La sua storia è molto originale. Nasce a Londra nel 1967, ma all’età di 3 anni si trasferisce con la sua famiglia in America con la quale sente un forte collegamento. Durante la sua infanzia ha sofferto del fatto di non appartenere ad una sola cultura, avendo paura di tradire le origini dei suoi genitori, per questo parlava il bengalese a casa e a scuola l’inglese.
Nel corso della sua crescita ha appurato che questo fatto l’ha resa una persona ricca e consapevole. Successivamente, arriva la chiamata dall’Italia, decide di ascoltarla e inizia ad imparare la lingua, così, dopo aver consolidato una conoscenza media della lingua, nel 2011 si trasferisce in Italia, precisamente a Roma. Jhumpa Lahiri decide di trasferirsi in un posto che i kennediani conoscono bene: via Dandolo. La via dove vive diventa una fonte d’ispirazione per i suoi libri. Per questa vicinanza con la nostra scuola, la professoressa Pieranna Benedetti, ha deciso di organizzare un incontro tra lei e gli studenti.
Studenti attivi
Tra le domande degli studenti è emerso come il lookdown abbia influenzato la scrittrice: nel suo racconto, intitolato “Racconti romani”, il punto cruciale sono gli scaloni 126. Durante il lockdown ha osservato come, su quelle scale, è rappresentato tutto il ciclo della vita, passano o si fermano bambini, uomini e anziani e, soprattutto, si può osservare la varietà di gente presente a Roma.
Per lei, la capitale è una città struggente e bellissima di cui, se la si vuole vivere a pieno, bisogna assaporare anche il marcio, collegandosi alla vita, nella quale se si vuole viverla al 100% c’è da mettere in conto anche gli aspetti negativi.
Il senso della scrittura
Jhumpa Lahiri, ha raccontato che durante la sua infanzia ha sofferto del fatto di non appartenere ad una sola cultura, avendo paura di tradire le origini dei suoi genitori, per questo parlava il bengalese a casa e a scuola l’inglese. Nel corso della sua crescita ha appurato che questo fatto la rende una persona ricca e consapevole. Un altro tema affrontato durante l’incontro è il motivo della scelta di scrivere in italiano e cosa significa per lei la scrittura.
Per la prima questione ha risposto che aveva bisogno di una lingua differente, vedendola come un nuovo luogo di riflessione e soprattutto sentiva il bisogno di muoversi verso una nuova direzione, infatti lei ha precisato che non ha nazioni ma lingue. Per secondo, sente la scrittura come una meditazione ed una possibilità di scavarsi interiormente mettendo ogni pezzetto di sé nei personaggi. La particolarità di Jhumpa Lahiri è che nei suoi libri non vuole dare un messaggio preciso né fare polemica poiché è convinta che la scrittura è un’arte e come tale deve essere accogliente per tutti.
Scritto da: Laura 3D