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Officina dell’arte: come rimorchiare a Roma

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Parlami d’amore Mariù” – Tino Rossi

Le hai provate tutte. Hai provato ad andare a cena fuori in posto chic, a scrivere una lettera d’amore e addirittura ad andare sotto casa sua con un mazzo di fiori e uno striscione con su scritto “Dai te prego, damme un bacetto”.

Sembra non voglia accettare le tue avance e dato che tu, caro lettore del YCB, di arrenderti di fronte ad una sfida, non ne vuoi sapere, eccoti approdato sull’articolo di oggi per qualche perla di saggezza. Mettiamo in chiaro che questa è proprio l’ultima spiaggia; se anche questi consigli non avranno alcun effetto, mio caro, credo tu debba seriamente valutare il fartene una ragione e lasciar perdere. Officina dell’arte ti porterà per un tour romano, nei luoghi più romantici e suggestivi, dove destreggiare le tue conoscenze in materia artistica e fare un bel figurone di fronte a crush.

Casa-museo di Keats e Shelley, parole dolci

Piazza di Spagna a Roma

Parliamo del palazzo a destra

 

Proprio non sai come dichiararti. E allora perchè non far parlare qualcun altro al posto tuo?

Siediti sulla lunga rampa di scale di Piazza di Spagna e recita:

“Sapesse lei come batte il mio cuore,
Con un sorriso ne lenirebbe la pena,
E sollevato ne sentirei la dolcezza,
La gioia, mescolata col dolore.
Come un toscano perduto in Lapponia,
Tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
Così sarà lei per me in eterno
L’aura della mia memoria.”
-John Keats

Proprio accanto alla casa dove morì nel 1821 l’autore di questa poesia: John Keats. Uno dei maggiori intellettuali romantici del suo secolo, che fuggì a Roma nel vano tentativo di salvarsi dalla tubercolosi. La casa oggi contiene una ricca collezione di quadri, sculture, manoscritti, e prime edizioni delle opere di Keats, Percy Bysshe Shelley e Lord Byron. 

Fontana di Trevi, una monetina e due gocce

La Fontana di Trevi a Roma

La fontana degli innamorati

Sono le due di notte ed è l’unico momento della giornata in cui la Fontana di Trevi non è intasata da turisti con il cappello di paglia. Non c’è altro momento migliore di questo per dichiararsi amore eterno bevendo alla fontana degli innamorati. Infatti, al lato destro, esterno alla fontana, c’è una piccola vasca rettangolare con due canne che fanno sgorgare acqua fresca. Secondo la tradizione, gli innamorati che sarebbero stati costretti alla lontananza, avrebbero dovuto bere da un bicchiere rotto per ricordarsi della città eterna e del loro amore per sempre.

Una leggenda romantica e dolce, soprattutto perché ambientata proprio nel cuore di Roma, di fronte ad uno dei monumenti più belli che la città offre. Figlia del concorso indetta da Papa Clemente XII nel 1730, venne affidata al progettista Nicola Salvi. Rappresenta un inno agli effetti benefici dell’acqua, con Oceano al centro della scena che viene trainato da due cavalli frenati da dei tritoni. La Salubrità e l’Abbondanza, si trovano agli estremi e viene raffigurato Agrippa che incentiva l’avvio ai lavori dell’acquedotto e la Vergine che indica la sorgente d’acqua. Ricordiamoci inoltre, che questa meraviglia  ha fatto da cornice al film “La Dolce Vita” di Federico Fellini, quando Anita Ekberg recita:

“Marcello, come here!”

Nel mentre che si getta nell’acqua con indosso un bell’abito da sera. Una bellissima scena, ma guai a te se provi ad imitarla. Ti aspetta a casa una bella multa!

I serpenti dell’Isola Tiberina

isola Tiberina a Roma

Riuscite a vedere il serpente?

Se sei una persona più chill e non vuoi cimentarti in alcuna attività sdolcinata, prendi un cavatappi, due Peroni e passeggiate fino all’Isola Tiberina. Al di sotto della zona turistica, alle radici del ponte, ci sono delle scalinate dove poter vedere le “stelle” e scambiarsi qualche parolina dolce. C’è inoltre un piccolo segreto curioso scolpito nelle rocce dell’isola: il serpente di Esculapio

Esculapio è figlio di Apollo e Coronide e venne educato nelle arti mediche da Chirone. La sua bravura lo portò a formulare delle tecniche per riportare in vita i defunti, rompendo così le leggi divine. Zeus s’irò e scagliò un fulmine sul poveretto, uccidendolo. Apollo, però, convinse il Dio a riportarlo in cielo, dando origine alla costellazione dell’Ofiuco, o Serpentario se fosse il vostro giorno fortunato, magari lo potresti individuare nel cielo. A Roma, la leggenda narra che, in seguito ad una pestilenza, dieci uomini furono chiamati a riportare Esculapio sulla Terra per sanarla e, quando questo approdò sulle sponde dell’isola Tiberina, sgusciò tra la vegetazione reprimendo la pestilenza. Lì dove scomparse, potete trovare la Chiesa di San Bartolomeo, giusto alla fine delle scale. Se la poesia non ha funzionato e neppure la Fontana più bella di Roma e il mito del serpente guaritore… è davvero inutile continuare a provarci.

Piuttosto vacci da solə e goditi un bel tour per la città eterna.

Scritto da: Laura 5D