Cavi non fili: nessuna mano il Mercoledì
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Bloody Mary”- Lady Gaga
Torna di moda il macabro, il mistero nascosto dietro un ciuffo emo e Tim Burton trova terreno fertile per il suo nuovo capolavoro: la serie Netflix Mercoledì dedicata all’iconico personaggio della famiglia Addams. Le sue treccine nere diventano così popolari da convincere le persone più solari dei social ad assomigliarle in ogni modo possibile: sono proprio asociale come Mercoledì. Ma, in controtendenza, noi vi diamo i motivi per cui nessuno vorrebbe essere lei.
Né carne né pesce
Nessuno di questi riguarda l’attrice Jenna Ortega, bravissima nell’imitare il sorriso nascosto e un po’ sadico di Mercoledì e nel coreografare il fantastico balletto del ballo di fine anno.
E siamo d’accordo: avere un’ironia pungente, come quella che questo personaggio ha sempre avuto nel corso degli anni, sarebbe semplicemente stupendo. Ma così come chi ha vissuto in due Paesi diversi, per molto tempo, si sente dire che non appartiene abbastanza alla cultura di nessuno dei due per essere considerato cittadino a tutti gli effetti, Mercoledì non è mai né abbastanza umana, né abbastanza mostro in questa serie.
Alternative
Ripercorrendo molto brevemente la trama: Gomez e Morticia – neanche loro hanno bisogno di presentazioni, giusto?- decidono di iscrivere la figlia in una scuola che sia adatta alle sue passioni. Mercoledì conosce mille modi diversi per uccidere; perciò, la scuola giusta per lei può essere solamente una: la Nevermore, il liceo dei suoi genitori, che accoglie lupi mannari, gorgoni e sirene e chi più ne ha più ne metta.
Nella scuola “normale”, lei era strana perché si vestiva di nero, era pallida e parlava in modo troppo macabro; nella scuola per “mostri”, diventa normale, perché non ha nessuna peculiarità mostruosa se non per qualche capacità da veggente. Ma dall’esterno, per i ragazzi della Nervemore, Mercoledì è normalissima – quando non diventa troppo macabra persino per loro-.
Ho un piano
“Fa tutto parte del loro piano: farmi diventare come loro”
-Mercoledì
Questa è la prima frase che pronuncia la ragazza, riferendosi ai suoi genitori, non appena mette piede a scuola. Per quanto sia esagerata, stereotipata, nelle sue parole si legge un disagio assolutamente umano: la voglia di crescere lontano dalle aspettative degli altri, per conto proprio. A lei non è permesso farlo: deve scontrarsi tutti i giorni con l’immagine perfetta di sua madre affissa per i corridoi della scuola. Ad accentuare il suo essere così outsider ci pensa lo stesso regista: solo lei si veste completamente di nero, come un buco nero che assorbe e uccide tutti i colori intorno.
E qui nasce la polemica sul “sono troppo come Mercoledì”: per quanto il suo stato d’animo sia comprensibile, non lo sei e non lo vorresti mai essere. Lei è l’apoteosi del sentirsi fuori posto e anche se non lo da troppo a vedere: le importa.
Scritto da: Alice 5D