Officina dell’arte: Oh oh ooooh
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Santa Claus Is Coming to Town” – Michael Bublé
Finalmente siamo a dicembre: anche quest’anno è arrivato il periodo della gentilezza gratuita, delle lucine, del pandoro, delle canzoni… Insomma una specie di tregua momentanea che ci solleva dal frenetico mondo in cui viviamo. – Va bene, forse è un po’ utopistico ma io la vivo così. – Parlando seriamente però, se dovessi scommettere sulla prima cosa che vi verrebbe in mente pensando al Natale, sarebbe lui: il panzone con la barba. Da dove è uscita l’idea che un Santo – piccolo spoiler per dopo – passi per i camini a dare regali a i bimbi buoni, e perché ha iniziato a bere Coca Cola?
Quindi cioccolata calda alla mano, perchè vi sto per raccontare, davanti ad un comodo caminetto, l’evoluzione artistica di Babbo Natale.
San Nicola contro tutti
Immaginate di essere nel 1600: piena controriforma, il tribunale dell’Inquisizione lavora più di un dipendente Amazon e Giordano Bruno passa dallo stato solido a quello polvere per le sue idee. Per dare un volto alla festività natalizia, al tempo semplice giorno di nascita di Gesù, in Inghilterra si prende Santa Claus – il cui nome però deriva ancora una volta dall’irlandese, ma se lo leggete a testa in giù ed in italiano sembra Nicola – e si decide, in quanto già protettore dei bambini, di renderlo il famoso distributore di regali notturno. Questo ce lo confermano non solo gli scritti di tutte quelle chiese che abbracciavano questa idea un po’ pagana, ma anche numerose icone che ci permettono di scoprire com’era il panzer kaiser prima del cenone.
San Nicola la fusione
Salto temporale di ben duecento anni: A Christmas Carol. In una specifica parte del libro viene introdotta la figura del Fantasma del Natale Presente, descritto e raffigurato come un uomo grande e grosso, con una barba lunga e un vestito di lana pesante.
Vi ricorda qualcuno?
In altre illustrazioni, a lui contemporanee, si può notare come, già nel 1800, Santa Claus aveva raggiunto una sorta canonicità: barba bianca, vestito pesante, faccia goduta e trippa in abbondanza. Insomma, il mostro stava nascendo: il mito di Babbo Natale si stava pian piano espandendo sia in Europa sia negli States, e con l’arrivo del 20esimo si sarebbe finalmente stabilizzato a quello che conosciamo oggi.
San Nicola e il consumismo
Il luogo comune più grande che spesso serpeggia tra la folla è il seguente: Babbo Natale ha il vestito rosso per la pubblicità della Coca Cola.
No, mi dispiace deludere il vostro animo rivoltoso, ma la bibita da cui tutti siamo – più o meno – dipendenti, ha solo favorito ancora di più la diffusione del suo faccione sorridente per tutto il globo, mentre per quanto riguarda il colore, ci ha pensato un noto fumettista politico americano: Thomas Nast.
Eccolo qua, all’apice della sua bellezza: vestito rosso, giocattoli per i bimbi buoni, ed una pipa, che verrà poi rimossa negli anni seguenti quando diventerà più “politically correct”. Rimane solo un’ultima domanda: Babbo Natale esiste?
La prima risposta che daremmo sarebbe sicuramente no, ma ovviamente uno dei grandi doni dell’arte è materializzare nella nostra realtà tutto quello che non potrebbe normalmente esistere. Quindi, nonostante il sogno di tutti – ammettetelo che nel profondo del vostro cuore volete ancora crederci – sia vederlo sfrecciare in cielo a velocità mach 20, per adesso possiamo continuare a fantasticarci sopra con le migliaia di disegni, quadri e cartelloni pubblicitari che stanno per circondarci.
Scritto da: Alessandro 5A