Officina dell’arte: girasoli di Van Gogh senza sole
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Arabesques” – Debussy
Tutti gli amanti dell’arte condividono – forse un po’ ingenuamente – lo stesso punti di partenza: l’Impressionismo. Eh sì, sarà per l’abbondanza di colori brillanti, le forme irregolari e astratte, oppure, per il romanticismo che veleggia sopra i loro immensi paesaggi naturali. Proprio come dice De Gregori: “Non c’è niente da capire”, ed è proprio questo il bello: fermarsi a contemplare un’opera in pace. Eppure, quando sono andata alla mostra di Van Gogh a Palazzo Bonaparte, questa magia non c’era.
Da si…
Il pretesto dell’esposizione era quello di illustrare ai comuni mortali – che, probabilmente, hanno letto qualche riga di storia dell’arte solo al liceo – la vita e il percorso artistico di Van Gogh. Senza considerare l’involucro : Palazzo Bonaparte – che vale l’intero biglietto solo per l’architettura –. Ecco appese alle pareti, le opere dell’autore.
Kroller-Muller Museum di Otterlo ha prestato alcuni dei masterpieces di Van Gogh, per consentire questa mostra temporanea che – specialmente nei primi giorni di apertura al pubblico – ha fatto molto parlare di sé. È proprio per questo motivo che non mi sono sorpresa nel vedere l’enorme affluenza di persone: di tutte le età e genere.
Gruppi scolastici, coppie anziane, turisti e famiglie, c’erano tutti!
Chi era interessato alla mostra, chi c’era stato trascinato a forza e chi si piazzava davanti le installazioni per farsi le foto da postare su Instagram. Da una parte, una meravigliosa partecipazione, dall’altra, una gara a chi si appropria per prima dello spiazzo di fronte l’opera. Il tutto, con sottofondo, la dolce melodia delle diciotto voci sovrapposte delle guide.
… a no!
“Vabbè, ma oltre questa polemica, davvero era così male?”
Dopo essere tornata a casa, ho provato a confrontare il mio parere sulla mostra con quello di altri, e devo dire che siamo stati, per la maggior parte, sulla stessa lunghezza d’onda. Dal punto di vista del contenuto non c’era nulla di eclatante che potesse arricchire chi, di Van Gogh, sa già qualcosa; e, dall’altra parte, non incuriosirebbe neppure un bambino.
Dispersivo, generico e cupo.
Eh si, perché i visitatori si ritrovano incastrati in un percorso al buio, in cui la maggior parte delle opere sono illuminate male e i colori sembrano passati in lavatrice. Una medaglia per la partecipazione diamogliela lo stesso, però, grazie alle belle citazioni stampate sul muro.
Anche se… me le potevo cercare anche su internet.
Scritto da: Laura 5D