Se lo guardo… divento cieco?
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Quiet Storm” – Alex Gopher
Ti ricordi come hai scoperto il sesso?
Provo ad indovinare.
Sostanzialmente le possibilità sono due: o i tuoi genitori ti hanno dato qualche lezioncina sull’educazione sessuale, oppure, un giorno a caso nella tua vita da pre-adolescente, ti sei ritrovato inglobato da quella parte di internet.
Purtroppo sì, la maggior parte di noi ha sperimentato per la prima volta la propria sessualità per mezzo di video zozzi. Inutile che fai quella faccia, lo so che anche tu l’ hai fatto!
Nessuno ne parlava e, solo tramite quella chiave segreta, eravamo in grado di accedere ad un mondo nostro, intimo e affascinante.
E cosa c’è di male nell’esplorare e incuriosirsi di un argomento tanto caro a tutti quanto familiare?
Tanto mica diventiamo ciechi!
Vado e non vengo
Per fortuna la vista non ce la toglie nessuno, ma rimane il fatto che tra le mani conteniamo un immenso potere che, se stressato troppo, potrebbe crearci qualche problemino.
L’Università di Padova ci fa sbattere il muso contro il muro, dichiarando a gran voce che ben il 78% degli studenti tra i 18-20 anni, frequenta abitualmente i siti pornografici.
Chi al mese (29%), chi alla settimana (63%) e chi al giorno (8%). Avrete capito ormai che amo riempirvi di percentuali.
E, dato ancora più sorprendente, il 10% dei ragazzi, dichiara di esserne dipendente.
Il risultato?
Alcuni ammettono di aver vissuto l’eiaculazione precoce e chi, invece, ha avuto un calo del desiderio. Il tutto a dimostrazione del fatto che l’interesse, se non dosato né controllato, ci potrebbe trascinare per strade… scomode.
Ma di che parliamo?
Il termine “Pornografia” è difficile da decifrare, perché non ha un significato unico e definito.
Deriva da pornη-graphein, cioè disegnare o raffigurare le prostitute.
Inutile dire che, con il passare del tempo, questo termine si è fatto sempre più ambiguo, sovrapponendosi al concetto di osceno. Tanto da meritarsi una sezione a parte nel codice penale.
«Agli effetti della legge penale, si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore»
-articolo 529 del Codice Penale
Forse, è proprio per questa accezione negativa e perversa, che siamo abituati ad attribuirgli fin da piccoli, che ci viviamo questa parte della sfera erotica come un’enorme palla di disgusto e disprezzo.
Dai, anche Papa Francesco ha detto che i preti e le suore se li guardano!
Porno o non porno? Questo è il problema
“Quindi Laura, mi stai dicendo che mi posso guardare i video zozzi, ma non troppo?”
Più o meno si.
Il problema alle fondamenta è che diamo libero sfogo alle nostre fantasie irrefrenabili, ma d’altra parte ci viene offerto un’affaccio al sesso sotto una lente distorta.
L’immagine alla base è quella, ma enfatizzata ed estremizzata allo sfinimento: espressioni caricaturali, posizioni degne del circo e gemiti da far invidia a Maria Callas.
Parliamoci chiaro, in media dopo 15 minuti ci siamo ampiamente stufati. Resistereste davvero per quaranta minuti ininterrotti?
E allora non resta che domandarci chiaramente se sia sano filtrare la propria visione di questa realtà, bella e naturale, attraverso immagini spesso sessiste – infatti, il desiderio femminile raramente viene messo al centro della discussione – e scene eterne ed eccessivamente movimentate.
Privando, così, il sesso della parte più genuina e goffa; montando su, impalcature fragili; soffocando la dolcezza del “Oddio e mo che devo fare? “ e, soprattutto, facendoci creare pare inutili.
Scritto da: Laura 5D