Fronteretro: creatura da appuntamento
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “King of Shadow” – Kat Cunning
Con “dream date” si intende l’ideale di appuntamento perfetto.
Di solito, le idee sono simili tra loro: classico appuntamento al cinema o fortuito incontro ad un concerto; si parla sempre di quello, a pochi vengono idee più originali.
A nessuno viene in mente, per esempio, di incontrarsi in un cimitero.
Primo posto
Eppure, è proprio all’ombra di un cipresso che si sono incontrati Percy e Mary Shelley, amanti di una vita, per la prima volta.
Dare vita a qualcosa di nuovo proprio lì dove finisce tutto, combattere con il chiasso della vita il silenzio eterno: estremamente poetico, ma suona familiare.
In una vacanza a Ginevra, degli amici rimangono bloccati in casa a causa di una tempesta e, per passare il tempo, decidono di fare a gara a chi di loro riesce a scrivere la storia più spaventosa di tutte: vince Mary, con il suo “mostro” di Frankenstein.
Azione e reazione
Inutile presentare la trama di una storia talmente conosciuta da non fare quasi più paura: uno scienziato pazzo, Victor Frankenstein, pensa di poter decidere la vita e la morte delle persone e crea una creatura, ma è tutto tranne che umana. Victor scappa, come fanno tutti quelli che la incontrano: non è neanche dotata di un nome, viene semplicemente chiamata “la creatura”.
E qui casca l’asino.
Perché se è vero che “il mostro”, alla fine, ha ucciso decine di persone e incastrato quello che lui considerava essere suo padre, è anche vero che è stato il primo ad essere tradito dal genere umano.
“Ti sei mai fermato a riflettere sulle tue azioni? Mi hai dato la vita e te ne sei andato: chi sono io?”
-Creatura, “Frankenstein” Mary Shelley
Priorità
Frankenstein, creaturella, non era solo buono: era un tenerone. L’unica cosa di cui sentiva il bisogno era di una compagna, una sua simile, che non scappasse via urlando; più o meno, quello che cerchiamo tutti, da sempre.
“L’amore che è in me è talmente grande che tu stenteresti ad immaginarlo e il mio furore ha un’intensità che non potresti concepire. Se non troverò il modo di soddisfare l’uno, darò libero sfogo all’altro.”
-Creatura, “Frankenstein” Mary Shelley
La differenza tra noi comuni mortali e “la creatura” è che lui ha uno scienziato pazzo da minacciare: tra tutte le cose che può chiedergli, decide di optare per una seconda creatura da amare.
Ho l’impressione che, oggi, in pochi farebbero una scelta simile: non so, si punterebbe direttamente a soldi, fama, immortalità, un biglietto per il concerto dei Coldplay.
Drama queen
Fatto sta che Victor si mette davvero a costruire un altro “mostro”, ma rinuncia quasi subito: non poteva permettersi di terrorizzare tutti di nuovo.
E il piano della Creatura di scappare con la sua amata nelle regioni più a Nord del Polo, lì dove nessun umano avrebbe potuto disturbarli, va subito in frantumi.
Adesso: chiunque avrebbe reagito in modo isterico.
Romeo si suicida quando crede che il suo piano romantico sia fallito; Eco si dissolve nel vento; Medea uccide i suoi figli e arrostisce il marito.
Cosa c’è di così mostruoso in qualcuno che vuole solo un lieto fine? Sarebbe l’unica cosa lieta della sua storia, tra l’altro.
Vi dirò di più: sarebbe bastato un solo appuntamento. Anche al cimitero.
Scritto da: Alice 5D