Pezzi unici
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “drivers license” – Olivia Rodrigo
Proprio l’altro giorno ero in macchina e stavo guardando attentamente fuori dal finestrino, immersa in pensieri filosofici di un certo spessore.
Ma, d’un tratto, mi sono posta una domanda paragonabile a quella sul senso della vita, ovvero:
“Certo che le parti di una macchina hanno nomi davvero strani… ma perché si chiamano così?”.
E ho deciso che dovevo assolutamente risolvermi questo dubbio esistenziale, ed eccomi qua, pronta a condividere la risposta con voi.
Perché tutti noi ci facciamo domande come queste, ma trovare una risposta è la parte che dà più soddisfazione!
Cofano, una storia più che classica
Cofano è una parola molto particolare, dotata di un suono piuttosto originale.
Infatti, mi sono messa a cercare anche parole che avessero caratteristiche comuni con essa, ma le uniche idee che ho avuto sono state tafano e scorfano, che non sono proprio legatissime.
Ma, andando a guardare l’etimologia, ho scoperto che ha un’origine sia latina che greca: in latino la parola è cophĭnus, mentre in greco è kóphinos, e in entrambi i casi assume il significato di cesta.
Il cofanetto, infatti, non è altro che un piccolo contenitore, se ci pensate, e il cofano si chiama così proprio perché la sua funzione è quella di proteggere e di “custodire” gli organi della macchina dalle intemperie e dagli incidenti.
Ora sì che è tutto più chiaro!
Cruscotto, un passato incerto
La parola cruscotto mi è sempre piaciuta molto. Trovo il suo suono rilassante e a tratti buffo, forse perché fa rima con biscotto.
Tuttavia, purtroppo, la sua origine non è affatto certa, perciò non si capisce con esattezza da cosa provenga.
Un fatto interessante al riguardo, però, è che non ha solo il significato noto ad ognuno di noi: usiamo lo stesso termine per intendere il riparo di cuoio vicino al parafango, negli strumenti a trazione animale.
Il suo scopo è quello di proteggere il cocchiere dagli spruzzi.
Insomma, se consideriamo che già per le carrozze usavano questa parola, allora significa che è piuttosto antica!
Fanale, altro dubbio esistenziale
Invece di far luce, la parola fanale mi crea altro buio. Perché le luci anteriori e posteriori della macchina si chiamano così?
La spiegazione è molto più semplice e logica del previsto: deriva dal greco, Phanós, che significa lampada.
Beh, non credo esista un nome più azzeccato, visto che, inoltre, questo termine veniva utilizzato in passato per indicare i fari per la segnalazione marittima, con tanto di lanterna annessa.
Perciò, ora che ne sapete così tanto di automobili, voi che state prendendo la patente e il patentino, fate tesoro di queste curiosità, che sicuramente lasceranno a bocca aperta l’esaminatore.
Buona fortuna e buona guida!
Scritto da: Benedetta, 3G