Officina dell’arte: stazione Banksy
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Machine” – INNDRIVE
La sua arte si è diramata oltre ogni confine.
Le opere di Banksy si trovano, nei posti più disparati, anche in zone di guerra dove neppure le istituzioni possono accedere.
Graffiti che trascinano con loro un messaggio sociale, condannando i gravi problemi che affliggono la nostra generazione. – come il capitalismo, il controllo mediatico e la scarsa efficienza dei mezzi pubblici. –
E dopo Bristol, Londra e New York, ecco che Banksy fa capolino anche nella città eterna, tra i binari e la fretta della Stazione Tiburtina.
Un luogo insolito per un’esibizione che, però, si mimetizza perfettamente con le vibrazioni delle opere.
Un’ora per noi
Il YCB ha avuto il piacere di visitare il tortuoso e originale percorso del “The World of Banksy – The Immersive Experience“, nel quale sono state esposte numerose riproduzioni delle sue opere più famose. – ovviamente non potevano staccare pezzi di muro da varie parti del mondo, giusto? –
Mobile Lovers
Voltando l’angolo, subito dopo aver preso il biglietto d’entrata, ci siamo ritrovati sotto il naso “Mobile Lovers”.
Comparsa sui muri di Clement Street a Bristol, nel 2014, rievoca un problema ben presente a tutti.
Due amanti si stringono in un abbraccio, eppure la loro attenzione ricade sui loro smartphone.
Il messaggio è chiaro: in un’epoca in cui la comunicazione digitale si fa largo, è sempre più difficile instaurare legami…reali.
Il cellulare e la pressione mediatica sono delle costanti che vanno man mano ad affermarsi nella nostra vita..
Cos’è vero? Cos’è irreale?
Kissing Stoppers
I suoi messaggi sono incorniciati da una vena ironica, come nel caso di “Kissing Stoppers”, suscitando a Brighton grande scalpore, quando comparve lì nel 2004.
Due uomini, per giunta in alta uniforme, che si scambiano un bacio appassionato; l’opera usa lo stereotipo del poliziotto–repressore, come icona anti-omofoba. Nola
Questa è una delle opere più note di Banksy, e riprende il nome dal luogo in cui è stata concepita: New Orleans.
Infatti è chiamata Nola, in modo affettuoso, dai suoi abitanti.
Una bambina con l’ombrello, al di sotto del quale cade la pioggia.
Il graffito rappresenta come le cose che dovrebbero proteggerci, a volte, finiscono per ferirci. Il tutto in riferimento al disastro avvenuto nel 2005, in seguito all’uragano Katrina che comportò gravi danni per via del cedimento degli argini che avrebbero dovuto salvaguardare la città.
Un passo indietro
Lo sappiamo, nessuno conosce il suo volto, ma tutti conosciamo il suo nome e le sue opere.
C’è chi lo considera un buffone, un vandalo da arrestare, e chi invece lo osanna – giustamente – per il modo in cui rappresenta la società in cui viviamo.
“Non c’è niente di più pericoloso di qualcuno che vuole rendere il mondo un posto migliore”
-Banksy
E la citazione precedente descrive, in modo ancora più chiaro, il tipo di persona di cui si sta parlando.
Smash the capitalism
L’anonimato però, costa caro.
Mantenendo la sua vera identità nascosta – come un supereroe -, ha perso i diritti sulle sue opere e sulle mostre, infatti, “The World of Banksy: the immersive experience”, aveva in primo piano la scritta “100% unauthorized”. – il che, in “burocratese”, significa niente soldini in entrata da opere, mostre e così via. –
Il motivo è semplice: Banksy ha una visione negativa verso il mondo dell’arte – in modo paradossale, dato che viene considerato lui stesso un artista – e, più in generale, quello capitalista alle sue spalle.
Non a caso tra le sue opere abbiamo…
Si, c’è letteralmente scritto “Non posso credere che voi c******i compriate questa m***a”; il che simboleggia uno scherno alla semplicità con cui, oggi, si può diventare degli artisti di successo.
Per quanto ci provi, il nostro supereroe non è ancora arrivato all’episodio in cui sconfigge il cattivo della serie, e le sue opere sono parte integrante del sistema che tanto odia.
“Non possiamo fare nulla per cambiare il mondo finché il capitalismo non si sgretola.
Nel frattempo, dovremmo andare a fare shopping per consolarci.”
-Banksy
Percorrendo l’esibizione ci siamo ritrovati nelle vie di una periferia degradata, tra lettori DVD rovinati, cenere, tombini e crepe; assaporando l’essenza dell’arte di Banksy che, abbandonando ogni fronzolo ed eccesso, si fa immediata, cruda e reale. – usando una metafora un po’ più colorita, ogni opera è una cinquina che ti apre gli occhi sulla realtà. –
Abbiamo visto persone di ogni età che scrutavano i graffiti, dimostrando come il tratto di Banksy parli a tutti, narrando la nostra storia fatta di eccessi, paure e disagi.
Una lente d’ingrandimento su di noi e per noi.
Scritto da: Laura 5D e Alessandro 5A