Parla Potabile: Il bello dell’italiano
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Shine on you Crazy Diamond” – Pink Floyd
Scommetto la mia media perfetta che, mentre studiate disperatamente qualcosa, da scienze ad educazione fisica –per quei folli che la studiano veramente-, vi sarete fatti quelle solite domande banali del tipo:
“Come mai è così difficile questa materia? E perché mi sembra arabo?”
È qui che arriva in soccorso Parla Potabile, una rubrica che vi aiuterà a superare le crisi causate dalle difficoltà delle materie scolastiche, tramite l’aiuto di brevi interviste ai nostri professori.
SOS
Cari primini, godetevi i temi con tracce fantasy, horror, comiche e tutte queste cose simpatiche, perché dal secondo anno –purtroppo– si cambia aria.
Direttamente da un girone infernale usciranno i testi argomentativi, in cui vi verrà chiesto, come suggerisce il nome, di argomentare la vostra opinione riguardo ad una tematica proposta, contemporanea e non.
Per farvi capire, una volta mi è capitata una lettera di Leopardi.
La prima domanda che ho posto alla professoressa è stata quindi: come possiamo affrontare al meglio questi demoni?
Per capirlo, l’ho chiesto alla mia professoressa di italiano e latino: Lucia Caserio.
Facts and logic
“Dal punto di vista dei contenuti, le insidie maggiori sono la banalità […] e la confusione tra opinione ed argomentazione.”
-Lucia Caserio
Regola numero uno: un’argomentazione è un’opinione sostenuta da fatti e ragionamenti logici, molto diversa dal semplice secondo me è così.
I fatti ed i ragionamenti poi devono provenire da fonti certe, affidabili e verificabili, in quanto hanno il compito di rafforzare la validità di un’idea, evitando espressioni personali come quella di cui sopra.
In poche parole: sì ai rapporti di Amnesty International e no ai “mio cugino dice che…”.
Il secondo ostacolo deriva poi dalla stessa idea di “compito in classe”:
“Il difetto peggiore, se così possiamo chiamarlo, del testo argomentativo in classe, è l’apprendere l’argomento il giorno stesso della prova; per scrivere un buon testo bisognerebbe prima documentarsi.”
-Lucia Caserio
Questo è l’obiettivo principale del testo argomentativo e, non a caso, è anche una delle tracce del temuto scritto di italiano: si richiede a noi studenti di curare ed ampliare la nostra cultura generale, per poi “applicarla” al momento della verifica –a quanto pare, ci tocca leggere i giornali-.
Parla italiano
Oltre ai contenuti però, bisogna avere uno scheletro a reggere il tutto; nel nostro caso è lo stile.
“Per quanto riguarda lo stile i due problemi principali sono: la precisione lessicale […] e la sintassi.”
-Lucia Caserio
La professoressa mi ha infatti spiegato che ogni tema ha il suo lessico di appartenenza:
Si parla di diritti?
Allora si utilizzerà un lessico di tipo giuridico.
La traccia riporta un argomento scientifico?
Via libera ai tecnicismi più specifici.
Per la sintassi invece bastano due parole: semplice e veloce.
L’errore più comune è infatti quello di creare dei periodi estremamente lunghi, perdendo così il senso del discorso.
In nostro aiuto arrivano –oltre alla professoressa– i connettivi logici: per questo motivo, quindi, infatti… Tutti strumenti utili che saldano il discorso e chiariscono il messaggio che si vuole dare.
Tra Dante e Ungaretti
E non bastavano certo i temi argomentativi a complicarci la vita, perché un altro mostro, anche se meno spaventoso, che incontrerete sia negli anni del liceo che alla maturità, è l’analisi del testo poetico.
Spesso astrusi ed, a volte, inutilmente complessi; ci abbiamo tutti versato lacrime, dite la verità.
“La difficoltà nel testo poetico può essere di due tipi: voluta dall’autore […] o dovuta ad una distanza temporale.”
-Lucia Caserio
E qui ne abbiamo la conferma: Ungaretti, che co’ l’ermetismo ce se sta a comprà le case, nelle sue poesie aveva liberamente scelto un linguaggio complesso, ricco di figure retoriche e di significato che, purtroppo, ce tocca studià.
Nel secondo caso però è il tempo il nostro nemico: i testi di Dante in realtà non erano difficili da capire, per quegli anni; lo sono oggi perché la lingua che parliamo si è evoluta, allontanandosi da quella del “Sommo Poeta”; insomma, o questo, o rispondere ai nostri amici “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.
Anche per quest’ultimo problema c’è, fortunatamente, una soluzione: lo studio del latino.
Non fate quelle facce, perché purtroppo non esiste una formula magica che ci renda dei fiorentini del ‘300, quindi, tramite l’apprendimento delle basi della lingua latina, questa distanza verrà notevolmente colmata.
Perla potabile
Arriviamo infine alla domanda delle domande: ma se io voglio fare ingegneria aerospaziale, robotica o geologia, come indirizzo dell’università, a che mi serve tutto questo?
La domanda, volutamente provocatoria, ha trovato una risposta da standing ovation:
“Proprio quando la vita ti porta da un’altra parte, è importante che la scuola riponga tutto questo nel tuo bagaglio culturale […] e la letteratura ci permette di abbattere a livello mentale ed emotivo le barriere temporali, insegnandoci l’empatia.”
-Lucia Caserio
Non sono solo parole che a volte rimano tra loro, la letteratura è molto di più.
In un mondo in cui il razzismo, l’egoismo e l’individualismo continuano a sopravvivere, vedere il mondo con gli occhi di un esule o di un rivoluzionario imprigionato, ampliano il nostro bagaglio culturale, donandoci l’arma più importante: l’empatia.
“D’altronde leggere è come viaggiare, alla fine il bagaglio è sempre più pesante”
-Lucia Caserio
E con queste piccole perle si conclude la mia breve chiacchierata con la professoressa Caserio, più che perfetta per inaugurare questa nuova e splendente rubrica.
Scritto da: Alessandro 5A