Singhiozzo: questione di aria
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Breathe” – Midge Ure
Se scrivessero la lista delle cose più fastidiose del nostro corpo, dopo i pruriti, ci sarebbe lui, il solo, unico ed inimitabile singhiozzo.
Esatto, parlo proprio di quel fenomeno assurdo simile ad un tic che ti viene nel momento in cui meno te l’aspetti.
Inizi ad interrogarti su cosa potrebbe averlo causato. Ho riso troppo? Ho mangiato troppo velocemente? E così via.
La priorità, però, in quei casi non è capire l’origine, ma sbarazzarsene. Oggi parleremo di entrambe le cose, aggiungendo qualche aneddoto che probabilmente non conoscevate.
Insomma, occhi bene aperti: bisogna sapere come affrontare il prossimo singhiozzo.
Scopi ben definiti
È strano pensarci, eppure anche il singhiozzo ha un perché. Insomma, io fino a ieri pensavo si trattasse di qualcosa che il tuo corpo emetteva senza sapere nemmeno lui per quale motivo.
In verità, c’è una ragione precisa.
Fino al secolo scorso, si pensava che fosse un modo per rendere più facile la discesa di cibo nell’esofago. Tuttavia, anche i bambini ne soffrono, nonostante essi ingeriscano solo liquidi.
Infatti, questa contrazione involontaria e ripetuta del diaframma – come viene definita scientificamente – si verifica per la necessità di eliminare l’aria dallo stomaco e per regolare la respirazione.
I sussulti che facciamo, infatti, hanno proprio questo scopo!
Risolviamo il problema!
Ne avrete sentiti a migliaia, ma quanti rimedi, effettivamente, funzionano?
Cerchiamo di identificare quelli un po’ più efficaci.
L’acqua, in questa situazione, è necessaria. Provate a bere sette piccoli sorsi d’acqua, tappandovi il naso. Dopo averlo fatto, respirate profondamente e vedrete che si tratterà solo di un vecchio ricordo!
L’operazione, infatti, aiuta a tranquillizzarsi e a rilassare il diaframma. In questo modo, potrete sconfiggere il nemico!
Un’altra possibilità è quella di trattenere il fiato più a lungo possibile, finché non sentirete che i piccoli spasmi sono finalmente terminati.
Esistono anche un paio di trucchetti psicologici per riuscire a sbarazzarsene, a quanto pare.
Nel momento in cui, infatti, una persona vi dice che ha il singhiozzo, voi chiedete di dimostrarvelo.
In questo modo la pressione a cui sarà sottoposto farà sparire il suo singhiozzo!
Oppure, anche cercare di distrarre la persona in tutti i modi, può essere una valida soluzione.
Per esempio, provate a chiedere: “Cos’hai mangiato ieri a pranzo?”. A quel punto, la concentrazione della persona si sposterà totalmente sulla domanda che avete posto.
E si spera che la distrazione causata sia in grado di debellare il singhiozzo!
Singhiozzo senza precedenti
Esiste un episodio legato al singhiozzo, in particolare, che non è particolarmente rassicurante.
Si dice, infatti, che Charles Osborne ebbe un singhiozzo da record. Iniziò nel 1922 e non smise fino al 1990. Pochi anni dopo l’uomo si spense.
Insomma, 68 anni contraddistinti da questo tipo di esperienza. Non dev’essere stato facile.
Ci sono stati altri casi in cui, invece, il singhiozzo è stato il sintomo di malattie più gravi, come per esempio cisti nel collo, diabete o addirittura laringiti.
Per alcuni attacchi particolarmente forti, inoltre, sono stati somministrati dei sedativi e antispasmodici.
Non fatevi venire l’ansia, però, perché nella maggior parte dei casi si tratta di qualcosa di molto più semplice!
Ma al di là di questo, adesso sicuramente avete un quadro più completo e sapete certamente meglio di cosa si tratta e come si può affrontare.
Da adesso in poi, farlo sparire sarà tutta un’altra storia!
Scritto da: Benedetta, 3G