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Youth Beats: tribuna-soppalco

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “CICATRICI” – tribuna-soppalco

Potrebbero essere usciti da “The Band”: vestiti anni 2000, occhiali da ciclista ormai soprannominati “occhialetti tecno” e, soprattutto, un garage “studietto” dove fare musica. 

Sono i Tribuna-soppalco, gruppo emergente composto da Francesco Valeau, Niccolò De Donatis e Luca Spinsanti, ma che, nella vita di tutti i giorni, si fanno chiamare: Valeau, Dedo e Spina.

Quindi se mai doveste incontrarli tra i vicoletti di Trastevere, ricordate di chiamarli con i loro Aka, altrimenti non si volteranno!

Foto dei tribuna-soppalco scattata a voicebookradio.com

In ordine da sinistra : Valeau, Dedo, Spina

Questi soprannomi, però, non sono solo semplici storpiamenti dei loro cognomi, creati per divertimento, ma le loro identità

Prendete posto assieme a noi sulla “tribuna-soppalcata”presto capirete…– per scoprire questi tre giovani romani con una grande passione per la musica

Background diversi, stessa passione

Non potevamo iniziare l’intervista se non chiedendo come è nato l’amore per i giri d’accordi e le melodie. 

Valeau si apre per primo:  la musica è stata sempre presente nella sua vita, avendo padre musicista e madre corista. Con il suo sorriso contagioso ci rivela il suo grande amore per la batteria e per tutti i generi musicali.

Per Dedo invece, un background completamente diverso, da autodidatta. Nessuna influenza da parte dei genitori, è stato lui a scoprire e coltivare, da solo, la sua indole artistica. Ed eccolo ora, dallo strimpellare la chitarra del nonno, a suonare anche basso e tastiera e a conoscere il mondo della produzione e della post-produzione.

Background simile per Spina che, anche se autodidatta, a differenza di Dedo, una rampa di lancio l’ ha ricevuta. La madre, grande fan di Jovanotti – di cui troviamo un omaggio all’interno di uno dei loro testi “SALE E SABBIA – l’ha introdotto con cautela alla musica italiana e, grazie al cugino, ha fatto la conoscenza di artisti rap come Gemitaiz e Marracash. In terza media, i primi tentativi musicali su Soundcloud, che fanno fiorire in lui una enorme passione che, con il tempo, matura, facendosi sempre più presente. 

tribuna-soppalco 

una delle prime foto dei tribuna-soppalco

Ma come sono nati? 

Avete presento quel detto “partirono in due e tornarono in tre”?

È così che potremmo descrivere l’incipit dei tribuna-soppalco – anche se nessuno, per fortuna, ha avuto un bebè-. 

Ma riavvolgiamo il nastro…

Spina e Dedo si conoscono in seconda media e sono compagni di squadra di basket. Le loro strade però si dividono al liceo, quando Spina sceglie il Morgagni e Dedo il Montale.

Ma non tutto il male vien per nuocere, infatti, è proprio al liceo che Spina conosce Valeau, che decide di iniziare a giocare nella stessa squadra di basket.

Così, grazie allo sport, i tre diventano amici. Ma non tutte le passioni sono destinate a durare per sempre.

O forse quello di diventare giocatori della NBA non era proprio il loro sogno…

Non praticando più lo stesso sport, i tre smettono di frequentarsi fino al terzo liceo, quando, proprio prima della pandemia, Spina, spinto dalla voglia di creare realmente qualcosa, riscrive a Dedo che intanto faceva musica per divertimento, senza secondi fini. 

Nascono così le prime collaborazioni, i primi singoli e i primi ep.

Anche Valeau aveva iniziato a fare i primi passi nel vasto mondo della musica, pubblicando assieme ad altri amici dei pezzi su Soundcloud.

Anche questa volta, a riunirli, è una passione: la musica

Il genere

I tribuna-soppalco insieme alle due intervistatrici e redattrici, Laura e Zahra

Se vi è mai capitato di ascoltare un loro pezzo – nel caso non li conosceste attenti perché creano dipendenza–  capirete anche voi il momento di silenzio ed incertezza di seguito alla domanda: 

Che genere di musica fate?”

Si sono rivolti uno sguardo divertito e dopo un po’ di tempo per metabolizzare la domanda ci hanno dato una bella risposta.

“È difficile da descrivere”
-Dedo

Effettivamente, la loro evoluzione musicale è stata veloce e, tutt’oggi, è in ricerca.

Il loro primo pezzo su SoundCloud si chiama Live Fast, Die Never ed è hyper pop, con influenze rap ed elettroniche.

“Cerco la mia strada, mentre nella testa c’ho il disordine”
– “Live Fast, Die Never” – tribuna-soppalco 

Poi a novembre del 2021, un cambio radicale. 

Le bozze di “Cicatrici” e “NRBDV” segnano l’inizio del periodo indie: solo chitarra e voce.

Ma non sono soddisfatti, è “roba bollita”.

“Non eravamo noi. Abbia rivisto i pezzi (“Cicatrici” e “NRBDV”) per renderli più elettronici, del nostro stile”
– Valeau 

Se è vero che si torna sempre dove si è stati bene, ecco allora che sul fronte c’è un ritorno all’elettronico

Hanno così sviluppato uno stile proprio, unico e riconoscibile che hanno inaugurato con il loro primo ep “Cassa Dritta”.

Uno stile che ha preso vita a furia di chiudersi nello “studietto”, dove avviene la magia. È qui che i ragazzi, anche se ciascuno con competenze diverse, collaborano per dare vita alla loro musica. 

“In studio si scambiano idee, ci influenziamo ed aiutiamo a vicenda, per noi contano molto anche gli aiuti esterni, amici nostri che magari producono e ci danno una mano, come Duane production – che si pronuncia Duein- ed altri”
– Dedo 

I tribuna-soppalco agli albori

Che nome strano…

Come in qualunque favola che si rispetti, ci vuole l’elemento magico no, nessuna bacchetta fatata, né tanto meno un principe azzurro innamorato-.

I Tribuna non nascono in uno studio, ma si arrangiano nel garage di Dedo, descritto da lui come “uno sgabuzzino dove non si può neanche far manovra con la macchina”.

Ed ecco che con un pizzico di magia lo hanno ripulito e messo in sesto, tirando su uno studio – o meglio “studietto”.

I loro incontri pomeridiani si svolgono per lo più li, seduti su un divano dell’Ikeamontato da loro ovviamente – a fantasticare su un immaginario live, con gli spettatori seduti su una tribuna soppalcata.

Si anche noi all’inizio eravamo leggermente confuse, ecco perché abbiamo chiesto una piccola illustrazione: 

schema del garage-studio-soppalco-tribuna di Laura Cervelli

illustrazione fornita da: Laura Cervelli

Quel progetto utopistico oltre ad aver dato il nome al gruppo – è diventato anche il simbolo della dedizione e l’impegno che bisogna mettere per raggiungere un obiettivo.

“È un progetto fantastico. Una tribuna soppalcata si distacca da tutto ciò che è reale e possibile, è qualcosa di irraggiungibile ed ipotetico ma che cerchi di raggiungere.
Ci provi anche se una parte di te sa che potresti non riuscirci, ma tenti comunque.”
– Valeau 

Pronti, partenza…

E chi l’avrebbe detto che, in poco più di un anno, si sarebbero trovati dallo studietto, su un palco con il microfono in mano per dare voce ai pezzi che hanno scritto assieme, e che oggi rappresentano i pilastri della loro carriera fiorente.

Un'esibizione dei tribuna-soppalco

Come avremmo potuto non domandargli come si sono gestiti il loro primo live?

“Era dicembre del 2021. Abbiamo suonato al Planet, per la festa d’istituto del Manara e del Morgagni. Tribuna-Soppalco esisteva da due mesi e abbiamo portato due pezzi, usciti pochi giorni prima, e tre inediti.”
– Spina 

Con l’aria serena e tanta gratificazione in volto ci raccontano di quella serata.

Il Planet era gremito di gente e la loro voce si è insinuata tra gli spettatori, conquistando i loro cuori. 

Da quel live poi ne sono seguiti altri, dall’Acrobax al Teatro India, anche se il migliore rimane a mani basse quello sul tram 8

Sì, sono proprio dei tipetti creativi…

In piena ansia pre-maturità, infatti, hanno deciso di organizzare un live in breve tempo. Si sono incontrati al capolinea e hanno avviato un piccolo concerto sul tram, con spettatori amici e ragazzi curiosi. 

Concerto “acchittato nei minimi dettagli” o almeno così credevano…

“Eravamo già sul tram quando abbiamo scoperto che la cassa che ci doveva sostenere nel live era scarica. Abbiamo chiamato un amico che ha la macchina. A 120 all’ora sulla gianicolense per andare a raccattare gli strumenti a casa di Francesco”
-Spina 

Si cresce…

Se sei uno studente liceale e abiti a Roma, ti ritroverai certamente nei loro testi: stracolmi di luoghi e abitudini familiari a noi adolescenti figli della lupa.

Anche se, alla fine, Roma o non Roma, i tribuna-soppalco si fanno portavoce della nostra generazione, una generazione sensibile, spaccata, disillusa, dalla mente contorta che vive in un turbine di emozioni continue.

“Che la speranza te la da sempre chi non ce l’ha,
Da un po’ sto chiuso in casa e cerco la mia libertà”
– “NON SO DOVE SEI” – tribuna-soppalco 

I fantasmi dei tribuna-soppalco

Ma cosa accadrà ora che il capitolo “liceo” si è concluso lasciando spazio a quello “dell’università”?

“Quello liceale è stato un periodo della nostra vita. Uscendone, è logico che i nostri testi e la nostra musica ne verranno influenzati. Inizieremo tutti un nuovo periodo, un nuovo capitolo.”
-Valeau

D’altronde prima o poi si cresce, ed è inevitabile dunque scoprirsi con nuovi obiettivi e interessi

Seppur ormai non abbiano più l’innocenza liceale, i tribuna hanno intenzione di mantenere le buone abitudini e continuare a fare musica.

Preparatevi, nel prossimo ep. potrebbero raccontarci del disagio pre-esame e dei sabato sera spesi con la testa sui libri.

Vi rassicuriamo dicendo che ci hanno rivelato che stanno organizzando nuovi live e componendo nuovi pezzi

“Alla fine l’università ti da solo un minimo di libertà e di tempo che ti consente di viaggiare e fare tutte le esperienze che vuoi, specialmente nuove. E noi siamo pronti per scrivere di tutto questo”
– Spina

I Tribuna ci descrivono la loro musica come “atipica” e come un mezzo per mettere alla prova in primis se stessi, sperimentare e fare nuove “esperienze”. Attraverso le parole hanno intenzione di trasmettere qualcosa agli ascoltatori, fargli provare un emozione.

“Se avete una forma d’arte, cacciatela fuori, fatelo. Anzi, facciamolo, perché pja sempre bene.”
-Valeau

Ed è così che siamo scese dalla tribuna-soppalcata.

Scritto da: Laura 5D e Zahra 5F