Guarda in camera: sor Marchese, sei Roma
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Mia cara Olimpia” – Nicola Piovani
A Roma, c’è un grillo che supera tutti i suoi simili in capacità di dare fastidio alla gente con scherzi crudeli: ai ricchi come ai poveri, ai papi come ai garzoni; lui non risparmia nessuno.
Perché sto grillaccio der Marchese sempre zompa.
Questa è Roma
Il Marchese del Grillo non è solo un film: è la parte più bella di Roma, quella veracemente trasteverina, che ancora si respira in qualche vicolo poco affollato dai turisti.
Ma è comunque complicato immaginarsi Roma all’inizio dell’800; così, vi faccio dare una mano direttamente da Albertone.
Questa è Roma: la tipica ospitalità fatta di insulti amichevoli e del dolce far niente del sor Marchese, accostata alla miseria dei lavoratori.
Non è cambiato granché, a livello pratico, ma l’autentico spirito romano fa sempre più fatica ad uscire fuori.
Poli opposti
Sto per sconvolgere tutti i lettori romani: quello che parlate – quello che parliamo, mi ci metto anche io – non è il nobile accento dei poeti de na vorta, ma un tristissimo incrocio tra Zerocalcare ed Er Faina e, al suo apice, risulta più fastidioso del corsivoe.
Roba che il vero Onofrio del Grillo e Alberto Sordi si rigirano insieme nella tomba.
Il film diretto da Monicelli è, invece, interamente parlato nella lingua che meglio incarna la città eterna: non il romanaccio, ma il romanesco. Non scambiate mai più la cioccolata per il suo disgustoso surrogato.
Qual è la differenza tra i due?
Uno è semplicemente sgraziato; l’altro oscilla tra il popolo e i nobili con estrema eleganza, come fa Roma, come fa il marchese e il film dedicato ai suoi storici scherzi.
La commedia italiana
Tatti Sanguineti, critico cinematografico, descrive Il Marchese del Grillo come un’opera stranamente ricca per essere la solita commedia italiana: dai costumi alla scenografia, alla produzione, è tutto troppo raffinato e pensato per essere ricondotto ad una classica commedia.
“Il Marchese del Grillo è la commedia all’italiana, storica, in versione europea.”
-Titti Sanguineti
Ma questo era chiaro: una normale commedia non vince 4 nastri d’argento, 2 David di Donatello e 1’Orso d’Oro.
Miglior regista, attore non protagonista, miglior costume, sceneggiatura, scenografia. Questo è un film bello dalla A alla Z.
Tutti d’accordo
Soprattutto, un film in grado di mettere d’accordo il radical chic “europeo” e i suoi film impegnati di denuncia sociale con chi è raro veda qualcosa fuori dal palinsesto televisivo trash: il grillaccio non risparmia nessuno.
E viene da chiedersi se non sia il caso di recuperare lo spirito del film, la sua lingua, farla diventare nazionale: chi ha detto che l’italiano deve essere per forza fiorentino? Manzoni?
Beh, il Marchese risponderebbe così:
“Io so io e voi…”
Scritto da: Alice 5D