The Blind Side: coprire il lato cieco
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “To Protect His Blind Side” – Carter Burwell
È bello quando un film riesce a farti ridere, piangere, apprezzare e imparare qualcosa tutto allo stesso tempo.
Questo è il caso di “The Blind Side”, film di J. L. Hancock del 2009, che racconta la storia vera e incredibile di Michael Oher, ex giocatore professionista di football americano.
Sarà che la biografia è estremamente particolare, sarà che l’interpretazione eccezionale degli attori fa la sua parte, ma questo film – anche se ha qualche anno – è davvero speciale.
Inoltre è adatto a tutti e, soprattutto, sarà in grado di stupirvi e ne trarrete sicuramente un insegnamento importante.
Big Mike o Michael
Michael è un diciassettenne afroamericano, senzatetto e orfano di padre e con una madre alle prese con la tossicodipendenza. Il suo guardaroba consiste in una busta con un cambio e non si può permettere di possedere altro.
Insomma, la sua vita non è proprio una passeggiata. Eppure Big Mike – soprannome che lui non ama, usato da quelli che lo conoscono per via della sua corporatura estremamente possente – riceve un dono grande.
Una sera, una famiglia benestante – straordinaria, aggiungerei io – composta da Leigh Anne, Sean, Sean Junior e Collins, lo trova e lo accoglie in casa loro.
Pian piano conosceranno meglio il ragazzo, la sua storia e le sue capacità, anche se per lui all’inizio sarà complicato aprirsi e farsi aiutare. Eppure loro cercheranno di fargli esprimere al massimo il suo potenziale nello sport che diventerà la sua passione più grande: il football americano.
È proprio vero che certi incontri cambiano la vita!
Offensive tackle: un ruolo non casuale
Michael non è un ragazzo come gli altri. Da diversi eventi nel corso del film, verrà fuori che non è dotato di un quoziente intellettivo particolarmente alto e non riesce, inizialmente, ad ottenere risultati abbastanza soddisfacenti a scuola.
Eppure, c’è un valore che emerge nei suoi test psicologici: l’istinto di protezione. Pare, infatti, che Michael farebbe di tutto pur di difendere le persone che ama.
E nel football americano, c’è un ruolo perfetto per lui, in cui gli fanno comodo sia le sue qualità fisiche che il suo istinto protettivo: l’offensive tackle.
Il ruolo di questo giocatore è quello di proteggere il quarterback dai placcaggi avversari, che cercano di attaccarlo dalle zone non visibili – i cosiddetti blind sides -.
Forse è stato proprio grazie a questa funzione che Oher è riuscito a esprimere al meglio la sua abilità!
Morale sempre valida, ma mai banale
La bellezza di questo film sta proprio nel fatto che può essere interpretato in tanti modi, ma che riconducono sempre, con strade diverse, allo stesso messaggio.
Non conta quanti ostacoli la vita ci mette davanti, perché tutto, ma proprio tutto, è possibile. E spesso non basta sognare, ma bisogna anche lottare per raggiungere i propri obiettivi.
Impegnarsi e dare il massimo sono le due chiavi principali.
E, si sa, la strada non è tutta spianata, ma se trovi persone disposte a crederci insieme a te e a lottare con te, allora si può stare certi di una cosa: nonostante le cadute, potrai sempre ritrovare la forza di rialzarti e di continuare a lottare.
Scritto da: Benedetta, 3G