Medicina di genere
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “All I Wanna Do” – Sheryl Crow
Dal 900 ad adesso l’umanità ha compiuto grandi passi avanti nel campo medico: abbiamo sconfitto la poliomielite, siamo in grado di tagliare e ricucire il DNA, abbiamo capito come tenere a bada l’AIDS, preso coscienza dei rischi del fumo e creato il primo anticoncezionale per uomini.
Però aspettate, mi pare di aver dimenticando qualcosa… le donne?
Purtroppo sì, gli assorbenti tassati e il gender gap lavorativo non sono abbastanza. Al Patriarcato proprio non piacciamo!
Neppure la medicina si dimostra neutra di fronte a un diritto che, di base, dovrebbe spettare a tutti.
La salute è in cima alla piramide delle priorità, e come può, dunque, un diritto così importante essere un privilegio di pochi?
“la percentuale di donne che non ricevono un trattamento adeguato è più alta di quella degli uomini, e il personale medico tende a fare diagnosi più sofisticate e maggiori sforzi terapeutici per risolvere i problemi di salute degli uomini rispetto a quelli delle donne”
– Luz María Moreno
Così Luz María Moreno – coordinatrice del programma di studi di genere e salute nel Dipartimento di Salute Pubblica della Scuola di Medicina (UNAM) – ci spiattella in faccia con prepotenza una dura verità.
Storicamente, le donne – e le femmine, nel caso degli studi che prendono in analisi campioni animali – sono state escluse dalla ricerca medica, in quanto le mestruazioni alterano i risultati delle analisi.
Ma siamo sicuri che sia solo questo il motivo?
Tutta colpa di quel greco…
Si suppone che la discriminazione di genere abbia come padre Artistotele, un simpatico signore dell’antica Grecia che – oltre ad aver effettivamente rivoluzionato il mondo della filosofia e della scienza con la dottrina del divenire, la metafisica ed altre teorie – sosteneva che le donne fossero delle riproduzioni scadenti dell’uomo – secondo la sua tesi – di fatto più potente.
“L’uomo è per natura superiore, la donna inferiore; il primo comanda, l’altra ubbidisce, nell’uno v’è il coraggio della deliberazione, nell’altra quello della subordinazione.”
– Aristotele, Politica
O ancora…
“La femmina è un maschio mancato.”
– Aristotele, Fisica
Se la donna è un uomo che non ci ha provato abbastanza, allora tanto vale dedicarsi solo alle questioni che riguardano i veri uomini. Logico, no?
Sarebbe stato sicuramente contento di vedere come, anche dopo svariati secoli, il mondo non è poi così cambiato, mantenendo ancora la preistorica idea che l’uomo e la donna – biologicamente differenti – abbiano scopi e ruoli ben definiti nella società.
La scienza del bikini
No, non stiamo sponsorizzando un negozio di costumi.
Bossy – un’associazione che diffonde la voce del femminismo internazionale, 0ypromuovendo la parità di genere e dedicandosi al supporto delle minoranze –
dà scherzosamente il nome di “Scienza bikini”, a quella falsa credenza che presuppone che la differenza tra un corpo maschile e uno femminile, venga scandita solo da quello che c’è sotto il bikini – da qui il nome.
Eppure, i fattori che dividono biologicamente i due sessi, sono genetici, epigenetici, culturali, ambientali e ormonali.
Il risultato?
Le donne sono state attentamente prese a campione in tutte le questioni riguardanti la riproduzione.
Come scrive Anna Nowogrodzki in “Inequality in medicine”, i medicinali comportano sempre qualche rischio per chi li assume, ma questi rischi sono maggiori per le consumatrici donne.
Allora ecco la risposta al perché le donne si ammalano più facilmente degli uomini e consumando più farmaci, ne traggono delle reazioni avverse.
Nel 2010, Nature ha dedicato degli articoli sulla questione di disparità di genere in medicina e, in uno in particolare, “Males still dominate animal studies”, viene analizzata precisamente come questa dinamica sia pericolosa per la salute delle donne.
Questo squilibrio si evolve in percentuali differenti a seconda delle sezioni mediche. Il picco più alto è nelle neuroscienze, dove si ha il rapporto peggiore: 5,5 maschi per ogni femmina.
Stiamo dunque supponendo che il cervello maschile e quello femminile siano strutturati allo stesso modo?
Malattie fantasma
Quando iniziai ad interessarmi alla questione femminile, la mia prima fonte di informazioni fu Bossy.
Andando sempre più a fondo ho scovato nei meandri di Spotify il podcast “Palinsesto Femminista” di Irene Facheris, attivista e presidentessa di Bossy. Mi ascoltavo le puntate a rotazione: mentre facevo la doccia, sull’autobus, mentre mangiavo e anche mentre mi mettevo a dormire la sera.
Nell’episodio 59, Irene invita Giorgia Soleri – attivista, modella e influencer – per parlare di una questione che in Italia sta emergendo solo negli ultimi anni e che, seppur si stimi che il 18% delle donne tra i 15 e 55 anni ne soffre, è tutt’oggi interesse di pochi studiosi.
L’Endometriosi e la Vulvodinia – non sembrano anche a voi i nomi di due festival techno alla Coachella? – sono condizioni ginecologiche riconosciute dall’International Classification of Disease (ICD 11; 2019) che colpiscono le donne cisgender, ossia le donne che si riconoscono nel genere assegnatogli alla nascita.
“Eh va bene, ma falla corta. Di che stiamo parlando?”
L’endometriosi è relativa alla crescita di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, mentre la vulvodinia è caratterizzata da dolore vulvare che può interessare l’intera vulva o una sua parte specifica. La maggior parte delle donne che ne hanno dato testimonianza hanno rivelato che il dolore le limitava nella vita di tutti i giorni: nello sport, nel lavoro, nella vita sociale e soprattutto nel sesso.
E si sà, quando un malessere diventa così invasivo, si finisce per esserne inglobati per intero.
Perché le testimonianze di donne come Giorgia Solero sono così importanti nella lotta per il riconoscimento di queste malattie?
Se la scienza non si interessa in primis del dolore di queste donne, dovranno essere loro stesse a rifiutarsi di accettare il silenzio assordante che ruota attorno a questi temi.
Parliamone, discutiamone e lottiamo affinché nessuno venga lasciato da parte e la medicina di genere non sia utopia.
Scritto da : Laura 5D