Compagni in tenda con il YCB
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “O’ Documento” – 99Posse
Dove sei, vacanza?
Potresti star sorseggiando un mojito sulle rive della Puglia, o magari passando le notti nelle discoteche di Ponza, oppure, respirando aria pulita sulle cime di Cortina.
Ma, per i più temerari, il comfort e le comodità degli hotel cinque stelle sono solo un surplus. E allora perchè non prendere una tenda e qualche amico per avventurarsi nella camping experience?
Sono tornata da qualche giorno dal Revolution Camp: un villaggio studentesco organizzato da Rete Studenti Medi e UDU (Unione Degli Universitari), allo scopo di immergersi nella natura, dedicandosi alla cultura e al divertimento.
Studenti e studentesse provenienti da tutta Italia sono accorsi sulle rive di Tarquinia per prendere il sole e immischiarsi in qualche dibattito con ospiti eccezionali.
Dico solo che, mentre eravamo stesi come balene sul bagno asciuga, è comparsa Valeria De Angelis del duo Etero Basiche per chiederci l’accendino. È stato un incontro mistico e il mio migliore amico, che tremolante gliel’ha passato, ora lo custodisce in una teca di vetro in cameretta.
Ma non finisce qui!
Abbiamo fatto la fila con di fronte Pietro Turano di Skam, che poi abbiamo scoperto avere la tenda proprio accanto alla nostra. Peccato non avesse portato con sé la tisana zenzero e curcuma.
Compagni al rapporto
Sono tantissime le cose che vorrei dire su questo campeggio, che si è rivelato non solo un luogo aperto alla curiosità e alla crescita personale, ma anche una fetta di Paradiso dove vige l’inclusione e il rispetto.
La cosa che più mi aveva colpita, era l’abbattimento della bolla prossemica e il totale menefreghismo delle regole sociali convenzionali.
Appena arrivata, chiesi al compagno di ArciGay, se ci potesse dare una piazzola nella sua area. Lui, oltre ad averci lasciato libera scelta su dove posizionarsi e averci fatto un’introduzione completa sul camping, ci ha addirittura montato la tenda!
Io e i miei amici eravamo lì ad osservare questo ragazzo sotto il sole delle 2 del pomeriggio, che si dilettava nel mettere su un pezzo di plastica informe, mentre noi inermi, non potevamo fare a meno di domandarci: “Ma chi glielo ha fatto fare?”.
Poco più tardi ottenemmo una risposta.
Ognuno si considera suo fratello e proprio per questo, ancor prima di conoscere il nome dell’altro, ci si chiama compagni.
In fondo, quando si varca la soglia di quella pineta, si parte con il presupposto di incontrare persone della tua età che condividono i tuoi stessi ideali, che sono aperti e pronti a mettersi a tua disposizione in situazioni di difficoltà.
Credetemi quando dico di aver parlato con ragazzi con cui neppure mi ero presentata e di aver bevuto lo spritz delle 6 – rituale molto intimo e delicato – con gente con cui avevo solo condiviso il tavolo.
Un clima così rilassato e calmo, dove non esiste la fretta né l‘ansia cittadina.
Un piccolo bozzolo felice dove dedicarsi a sé stessi e agli altri.
Bagni e disagio
Spero il titolo sia esaustivo.
Purtroppo non tutto può essere rosa e fiori, ci troviamo pur sempre in un campeggio!
Non aspettatevi di sedervi nei bagni accolti da un tappeto rosso e una pioggia di petali di rosa. Già è tanto se trovate la carta igienica!
I bagni e le docce sono in comune e, secondo la “Grande Legge Dei Bagni Pubblici”, di base ognuno dovrebbe prestare attenzione e preparare il servizio in vista di quello che dovrà usarlo.
Inutile dirvi che non accade quasi mai. E qui mi viene in mente lo sketch di Zerocalcare in “Strappare Lungo I Bordi”, quando racconta che il tipo prima di lui esce dal bagno e con lo sguardo lascia intendere “Io il mio l’ho fatto, ora penso solo a portare a casa la pelle. Mo so’ cavoli tua”.
Ecco, credo sia rappresentativo.
Le docce non sono aperte h24, ma solo in specifici orari: un po’ per limitare il consumo inutile, un po’ perché trovandosi distante da qualsiasi altra forma di civiltà è complicato farla arrivare fino a lì.
A differenza dei servizi, però, le docce sono un ambiente più raffinato – termine improprio per un campeggio, ma che magari, è utile per sottolineare il cambio di registro.
La gente si presta lo shampoo e le lucette – perchè a volte capita di dover aspettare molto, mentre il sole calando, lascia i poverini al buio. Viene data la precedenza a chi ne ha più necessità e in quelle situazioni, in cui è fondamentale la cooperazione e la solidarietà collettiva, è inevitabile nascano delle amicizie.
Vogliamo mettere che divertente raccontare una storia del genere in risposta ad un “Come vi siete conosciuti?”.
“Si, le stavo tenendo la torcia della doccia”, oppure “Le ho passato la carta igienica”.
Ansietta e fiamme
Il secondo giorno, mentre io e il mio migliore amico eravamo intenti rispettivamente a cucinare i nuggets e a fare lo styling ai ricci, notiamo che una flotta di ragazzi con delle bombole di gas si stavano avviando con particolare fretta ai cancelli.
“Boh, staranno preparando qualcosa da mangiare al bar accanto.” ci siamo detti ingenuamente.
Poco più tardi ci guardiamo attorno e realizziamo che non c’era più nessuno.
No, non era cibo quello era sui fornelli, ma la pineta accanto.
La presa di coscienza è arrivata più tardi, quando un ragazzo che stava controllando non ci fossero persone ancora nelle tende, si avvicina con pietà e ci urla: “Ce sta n’incendio compa’, moveteve a pijà ‘e cose importanti.”
Nel mentre che ci sbrighiamo a raccattare le borse, ci domandiamo se le nostre due amiche, che si erano allontanate un’ora prima per farsi una passeggiata sul lungomare, siano ancora vive.
È andato tutto bene e a confermarlo è il fatto che sono qui, integra, a scrivere questo articolo per il YCB. Le amiche alla fine ci hanno raggiunti facendo una corsa e il mio amico ha speso le due ore di evacuazione precauzionale con metà capelli alla Caparezza.
Sembrava una scena post-apocalittica, con orde di gente che camminavano in fila indiana con valigie e tende alla mano.
Ci hanno fatto sedere il resto del pomeriggio in uno spiazzo deserto, aspettando che i pompieri spegnessero le fiamme. Machiavelli e i cori “Il pompiere paura non ne ha”, ci hanno tenuti svegli e vigili fino a quando abbiamo ricevuto il via libera per rientrare.
Lo spirito rivoluzionario e la speranza che veleggiava nell’aria, le cicale in sottofondo e i tramonti rosati sulla spiaggia… chi se li scorderà?
Il prossimo anno rifiuta la vacanza extralusso e goditi due settimane con i compagni!
Scritto da: Laura 5D