Le sirene si sono estinte
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sirene” – Levante
Un alone di mistero veleggia sul mare.
Nelle acque si nascondono creature meravigliose, spaventose e oscure , se immaginarle fa paura, non conoscerle terrorizza.
Dato che la mente umana non può accettare di non sapere, ecco che nella nostra immaginazione affiorano figure mistiche e fantastiche; tipo le sirene.
Donne per metà pesce che si aggirano negli oceani per attrarre poveri marinai, che – un po’ perché vengono attratti dal loro canto irresistibile, un po’ perchè probabilmente non vedono una donna dall’ultima era geologica – vengono rapiti e trascinati negli abissi.
Dunque nella mia mente era stampata l’immagine di questa donna avvenente dai lunghi capelli mossi e una coda arcobaleno. È difficile descrivere il trauma nello scoprire che le sirene esistono e che derivano dal dugongo.
Non so se voi lettori conosciate o meno questo animale, che più che ad una meraviglia del creato, ricorda tanto lo zio pancione che puntualmente ti ritrovi alla cena di Natale – si, quello con le ascelle pezzate e i peli nel naso.
Non so se rendo l’idea.
La domanda sorge spontanea: come è stato possibile che il dugongo – animale socievole ma di certo non dotato di bellezza mozzafiato– sia stato scambiato per una sirena?
Come al solito, il YCB è qui per illuminarvi.
Mettiamo la retromarcia
Il mito della sirena è tanto antico quanto il dugongo, di cui sono stati trovati resti risalenti a 6.000 anni fa.
Immagino qui la battuta: Chissà se la regina Elisabetta già li aveva visti!
Il riferimento più noto è sicuramente quello tratto dall’Odissea – se non conoscete quest’opera ragazzi preparatevi psicologicamente alla bocciatura.
Ulisse è in viaggio e viene avvertito dalla maga Circe di creature pericolose per il loro canto ammaliatore e che sguazzano libere nei mari. Il giovincello – dato che farlo morire così nel bel mezzo della storia pareva brutto – si salva facendosi legare dai suoi compagni ad un palo, fregandosene del consiglio della maga.
Capito?
Ulisse fa di tutto per apparire come il main character: tutti risolvono il problema tappandosi le orecchie con la cera, mentre lui – che si deve complicare la vita per fare il macho – ha la necessità morale di ascoltare per forza questo canto magico.
Un’altra storia, meno conosciuta, è quella di Giasone e gli Argonauti raccontata da Apollonio Rodio. In questo caso fu Orfeo a salvare i marinai dal canto delle sirene, suonando a sua volta in maniera così melodiosa che gli uomini ascoltarono lui e ignorarono le sirene che, deluse e umiliate, si suicidarono gettandosi da una rupe.
Oltre che brutte come il remake di Godzilla del 99’, sono pure pick me girl!
Allucinazioni
Le sirene nel corso dei secoli hanno assunto significati differenti.
Basti pensare che inizialmente erano state immaginate come spiriti provenienti dall’Aldilà, che abbindolavano i marinai con il loro bell’aspetto e qualche nota intonata per poi cibarsene. Ed ecco che rivelavano il loro vero aspetto, di certo meno gradevole.
Potremmo considerarlo come il primo esempio di catfish.
Da bestia assetata di sangue, simbolo della morte e della dannazione, è mutato poi in semplice allucinazione da mal di mare. Sicuramente i marinai e i pirati non salivano sulle navi per una crociera, né tanto meno per farsi il tragitto Napoli-Catania – giusto in tempo per una granita al pistacchio!
Partire significava navigare per lungo tempo e questo comportava la perdita di senno e tanto spazio per l’immaginazione.
Le segnalazioni sono state registrate fino ai giorni nostri, mentre nell’immaginario comunque si definivano sempre più i connotati di una donna sexy, proprio come la conosciamo noi oggi.
Riempi il bicchiere e boom
Se ascoltaste il verso del dugongo noterete anche voi che di piacevole ha proprio niente!
Mi ricorda vagamente un pokémon mixato a un bambino frignone. Forse sono io che non capisco nulla di musica, ma sfido chiunque a dire che è intonato o ammaliatore.
Ma poi, dove stanno i connotati femminili? È una salsiccia di mare!
Provando a dare una spiegazione logica a tutto questo grande malinteso secolare, potremmo supporre che il dugongo, avendo i capezzoli molto vicini alle pinne, allattando il piccolo potrebbe assomigliare vagamente ad una femmina.
Con tutta la mia buona volontà, proprio non riesco a trovare altre caratteristiche comuni.
Credo che il connubio tra astinenza dal sesso, la noia, le allucinazioni e qualche bicchierino di rum di troppo, si siano rivelati una combo micidiale.
Personalmente mi fa molto ridere che questa credenza si sia diffusa con fermezza in così tanti luoghi del mondo. Pensate che in Egitto “dugongo”, significa “la bella del mare”, oppure in Brasile “pesce donna”, ed infine il mio preferito: l’Indonesia, dove vuol dire “Principessa”.
Eh si, manca solo la coroncina!
Mai più cera
Questo animale mitico, sul quale sono state basate opere letterarie, quadri e componimenti musicali, non è immune ai cambiamenti climatici relativi al surriscaldamento globale. O meglio, è stato.
Si, perchè l’ultimo esemplare registrato è stato in Cina nel 2008, grazie ad una ricerca condotta da un team internazionale, guidato da scienziati dell‘Istituto di Zoologia della Zoological Society di Londra in collaborazione con l’Accademia cinese delle scienze.
“La probabile scomparsa del dugongo in Cina è una perdita devastante. La loro assenza non solo avrà un effetto a catena sulla funzione dell’ecosistema, ma fungerà anche da campanello d’allarme, un promemoria che fa riflettere sul fatto che le estinzioni possono verificarsi prima che vengano prese misure efficaci di conservazione”
– Samuel Turvey
Queste sono le perle di Samuel Turvey, professore e coordinatore della ricerca.
Tra le cause dell’estinzione in Cina vengono considerate la pesca, le collisioni con le imbarcazioni e la distruzione dell’habitat naturale da parte dell’uomo.
La “mucca di mare” – così viene simpaticamente denominata – è solo una delle specie estinte per colpa delle attività intensive e distruttive dell’uomo.
Alla fine della storia, sono stati i marinai a cacciare le sirene.
Scritto da: Laura 5D