Youth Beats: Apneas
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Di Sera” – Apneas
Con il tempo la musica e il linguaggio cambiano e, noi ragazzi, abbiamo sempre più la necessità di qualcosa – o qualcuno – che ci rappresenti.
E chi può raccontarci meglio, se non qualcuno come noi?
È con questo pretesto che nasce Youth Beats, la nuova rubrica del YCB che vi porterà alla scoperta degli artisti emergenti della GenZ, attraverso interviste e racconti dagli studenti per studenti.
Trap, rap, indie, rock, techno…
Solo musica, passione e tante storie da raccontare!
Curiosi di scoprire i nostri primi ospiti?
Musica libera
Abbiamo invitato qui in studio Daniele Petrini e Federico Romaldi: due ragazzi romani di diciannove anni che, accomunati da una stessa passione, hanno deciso di mettersi in gioco, formando così gli Apneas.
“Non ci piace appartenere ad un genere specifico, non vogliamo essere banali o commerciali. Tentiamo di essere integrati a livello sonoro e, anche nei nostri testi, c’è una ricerca sulle parole e su quello che vogliamo trasmettere.”
– Daniele Petrini
Insomma, da escludere una potenziale hit estiva da questo duo – anche se si sono divertiti a creare qualche base reggaeton – che, piuttosto che buttarsi su generi mainstream e testi superficiali, ha deciso di liberarsi dalle etichette, dedicandosi a qualcosa di più profondo ed introspettivo.
Nulla è lasciato al caso!
Questo spirito anarchico nei confronti della musica popolare, si esprime non solo nei loro testi, ma anche attraverso il loro logo: due triangoli che intersecandosi creano gli Apneas, mentre le due aree aperte, simboleggiano il fatto che non vogliono vincolarsi a generi musicali specifici.
“Scriviamo insieme i nostri testi. Nel nostro primo singolo, Breath, ci teniamo sull’astratto, mentre nel “Di Sera” e “All’Ombra” siamo più concreti.”
– Daniele Petrini
La nascita
Come nascono gli Apneas?
“Ci siamo conosciuti ad un corso di musica e alla fine delle lezioni ci fermavamo a parlare. Così abbiamo scoperto di essere entrambi in fissa con Eric Clapton e i Beatles.”
– Federico Romaldi
Così Federico ci racconta di come è nata la loro amicizia, che dopo poco tempo si è evoluta in un progetto al quale tutt’oggi si dedicano con tanta passione.
Chi avrebbe potuto immaginare che un anno più tardi avrebbero pubblicato il loro primo singolo Breath? O che in poco tempo si sarebbero ritrovati da una cameretta ad un palco, suonando e cantando i loro pezzi in live?
“Il nostro primo live è stato il primo Maggio al cinema Farnese, a Campo dei Fiori. L’organizzazione era stata complicata e oltretutto il giorno prima avevo avuto un esonero. (…) Non ero ansioso perché riesco a realizzare solo cinque minuti prima dell’esibizione.”
– Daniele Petrini
Esibirsi di fronte ad un pubblico in carne ed ossa è un traguardo fondamentale per un artista, dunque è inevitabile provare ansia da prestazione.
Se poi malauguratamente hai di fronte un pubblico difficile, ti potresti ritrovare coinvolto in un frullatore di emozioni devastante.
E, purtroppo, la tecnica dell’immagina-il-pubblico-in-mutande, non sempre funziona!
Seppur Daniele abbia gestito bene la situazione, Federico, invece, ci confida che è stato difficile preparasi psicologicamente all’evento.
“Era già dal giorno prima che mi veniva da vomitare per la tensione. Per fortuna, una volta aver iniziato a suonare, ci siamo sciolti. (…) È il pubblico a mettermi in ansia. L’applauso è rassicurante perché ti da conferma che stai andando bene, per questo senza mi sento in difficoltà.”
– Federico Romaldi
Rapporto telepatico
A volte non sappiamo come esprimerci.
Soprattutto noi giovani, abbiamo difficoltà a comprendere ciò che proviamo; non riusciamo a dare un nome o anche solo categorizzare ciò che sentiamo nel profondo…
Per fortuna, però, esistono tanti modi diversi per comunicare, ed è proprio grazie alla musica – un linguaggio non più formato da vocaboli, ma da note – che Federico e Daniele hanno avuto l’opportunità di instaurare un rapporto sincero.
“Se fai musica tanto tempo con qualcuno finisci per conoscerlo bene. Sai quando parli con qualcuno e sai già dove andrà a parare? E riesci a capire senza dire nulla quello che gli sta frullando in testa? Ecco, per noi è lo stesso, ma piuttosto che le parole, usiamo la musica.”
– Daniele Petrini
Medi-sica
Gli imprevisti – che spesso conducono al malessere – dilagano nella nostra vita come dilagava il fiume Tevere prima della siccità.
Spetta a noi tradurre queste energie negative in qualcosa di produttivo, dandoci la possibilità di cicatrizzare e rimarginare le ferite.
Ognuno vive questo processo di guariggione in diversi modi: chi va a correre, chi mette ossessivamente tutto in ordine, chi studia o perchè no, anche chi fa sesso.
Gli Apneas ci rivelano che il loro modo per metabolizzare qualcosa di brutto è riversare la negatività nella musica.
“La musica è il mio punto debole che, come una freccia, colpisce i miei punti più sensibili. (…) È come quando vedi un quadro: da vicino è brutto perché non riesci a percepirlo nella sua totalità, ma quando ti ci allontani per vederlo nel complesso, lo percepisci per come è realmente, senza esserne più coinvolto. Così si forma un ricordo.”
– Federico Romaldi
Comporre musica è un modo per mettere in ordine i pensieri e allontanarsi da una prospettiva limitante. Allontana la mente dai pensieri e così, quando ci si ritorna su, si vedono con più nitidezza e meno paura.
Problema generazionale
Come si sarà capito, i nostri Apneas sono artisti teen emergenti.
Essendo anche noi teen, eravamo interessate a scoprire come il Covid ha influenzato le loro vite e, soprattutto, la loro carriera da neo-artisti.
“Con lo sviluppo tecnologico e la poca attenzione verso la sanità mentale, i problemi sarebbero comunque peggiorati e venuti a galla. Il Covid ha solo accelerato il processo. Ormai ci sono tanti studi che dimostrano che problemi già preesistenti, con il Covid, si sono aggravati.”
– Daniele Petrini
Sempre e solo soldi
Come artisti invece, fin da quando si sono lanciati in quest’avventura, hanno dovuto trovare una soluzione ad un problema non poi così scontato: i soldi.
Dopotutto, senza di loro il mondo non girerebbe, no?
Produrre, editare e registrare un pezzo professionalmente costa tanto – veramente tanto – e un adolescente medio non può permettersi di fare certe spese alla Pretty Woman.
Per questo motivo bisogna arrangiarsi e reinventarsi, individuando delle alternative valide – craccare le applicazioni su internet…-.
“Abbiamo registrato tutti nostri brani a casa. Non avevamo neppure la batteria, quindi abbiamo usato dei legnetti di quelli che si trovano nelle scuole materne.”
– Federico Romaldi
Ma tranquilli ragazzi che la soluzione a tutti i vostri problemi sta per arrivare.
Se fino ad ora voicebookradio.com ha sempre lasciato aperte le porte a voi artisti emergenti, tra non molto – e vi assicuriamo che accadrà molto presto – la radio web sarà pronta a dedicarvi un posto tutto vostro, ovviamente all’interno della sede, dove potrete dar libero sfogo alla vostra arte.
Ma ehi! Niente spoiler…
Studio matto e disperato
Oltre alla musica, però, Federico e Daniele si dedicano anche alla carriera Universitaria, rispettivamente: Economia e Ingegneria gestionale.
Due facoltà impegnative che richiedono costanza e soprattutto tempo, che purtroppo quando serve sembra sempre scarseggiare.
“Più che all’Università e alla musica, un progetto del genere non può andare avanti senza l’amicizia. I rapporti sono fondamentali. Dobbiamo cercare di vederci e coltivare la nostra amicizia e durante le sessioni , ovviamente, facciamo più fatica, per questo riusciamo ad incontrarci giusto ogni tanto.”
– Federico Romaldi
La musica li ha uniti e ora Daniele e Federico sono inseparabili, un tutt’uno, e a vederli si capisce subito che si completano a vicenda: Federico, più estroverso e chiacchierone, Daniele, più timido ed introverso.
Uno tira fuori il meglio dell’altro e da questo meglio, da questa incredibile amicizia e dell’amore che entrambi provano per la musica, nasce Apneas.
Scritto da : Laura 5D e Zahra 5F