Gli esami ci fanno brutti
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “All About The Bass” – Meghan Trainor
Per associazione la prima cosa che viene in mente pensando all’estate è il mare che , anche se può sembrare un luogo innocuo dove la gente si diverte o, perlomeno, rilassa, in realtà per alcuni è un vero e proprio territorio di battaglia, le cui fazioni sfidanti sono noi stessi e il nostro corpo.
È un argomento disseminato di ostacoli e impossibile da esaurire in un articolo, ma come ormai saprete a noi del YCB piacciono le sfide!
Una cassa di organi
Trovo molto buffo come quando si parla di corpo si tenda a considerarlo come qualcosa slegato da noi stessi, come un oggetto distante da dimagrire e migliorare.
Forse è un po’ colpa della medicina e della filosofia occidentale che hanno radicato in noi questa folle idea che il corpo non ci appartenga per davvero, riducendolo ad un involucro che ci avvolge e troppo spesso delude.
Ma davvero mente e corpo sono così distanti?
La scienza moderna ha individuato varie correlazioni tra i due, dimostrando come l’essere ‘presi a male’ venga somatizzato dal corpo.
Prendiamo come esempio il maturando medio che vive con ansia il fenomeno dell’esame di stato. *musichetta tesa per rendere bene il mood*
La pressione psicologica del ‘devo ottenere un buon risultato’ non si traduce solo in pianti disperati all’una di notte, dipendenza da caffeina e gruppi-studio in cui non si aprono i libri. Infatti la nostra mente ci comunica che qualcosa non va attraverso il corpo, ed ecco che l’ansia da esame degenera in nausea, insonnia, cattiva digestione e tachicardia.
Studenti: preparatevi un pacco di gaviscon e qualche tisana zenzero e mentuccia.
La nostra essenza e il nostro corpo si muovono a pari passo stringendosi la mano come due fidanzatini, dunque come possiamo pretendere di avere un buon rapporto con noi stessi se noi in primis non siamo sereni?
Se riuscissimo a curare la nostra mente allora anche questo strano ammasso di carne a cui siamo tutti vincolati inizierebbe a stare meglio.
Bomba social
Un altro aspetto importante, che influenza molto l’andamento del nostro volerci bene, è il fattore esterno.
Nell’epoca in cui viviamo siamo bombardati dalla mattina alla sera con modelli canonici irraggiungibili. Ci viene detto dai paladini della body positivity di accettarci, tanto da farci sentire in difetto se non ci riusciamo.
Accettare è un termine sbagliato: accetto un 5 e mezzo al compito di fisica, non il mio corpo.
Questo verbo presuppone arrendersi di fronte ad una condizione che non ci piace ma che ci facciamo andare bene; un modo migliore per riferirsi a noi stessi potrebbe essere prendersi cura.
Ascoltarci ed accudirci è nettamente un punto di inizio migliore del ‘mi arrendo al fatto di avere il naso con una narice piú grande’ o al ‘avrò la cellulite sul boom-boom per sempre’, costringendoci ad amarci forzatamente.
Vorrei davvero sapere se esiste questo brillante individuo che si ama in tutto e per tutto!
Essere fragili e sensibili di fronte a questi argomenti è umano e imparare a conoscere se stessi e amarsi è difficile.
Piuttosto che pensare al corpo in termini di estetica sarebbe più sano, e di certo meno autodistruttivo, immaginarlo sotto un occhio più affettuoso, come qualcosa da custodire e curare con premura.
Dovremmo imparare a non vederci come involucri da modellare ed essere meno esigenti con noi stessi.
La strada per arrivare ad amarsi è molto lunga, ma per adesso accontentiamoci di una tisana rilassante e speriamo di passare l’esame -in realtà più di uno-evitando un crollo nervoso.
E a te che stai giá in vacanza… fatti una bella nuotata a Santa Severa con gli amici e fregatene!
Scritto da: Laura 5D