Frah Quintale: un concerto, una famiglia
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Si, ah” – Frah Quintale
La musica unisce tutti, questo è risaputo, e la dimostrazione la si ha proprio ai concerti: fiato in gola, adrenalina alle stelle e quintali di persone che gridano all’unisono.
In quest’articolo il YCB ha il piacere di portarvi con sé al concerto di Frah Quintale.
Ma chi è Frah Quintale? Un frate che ha mangiato un po’ troppo?
Dal principio
Frah Quintale è uno degli artisti più in voga della scena indie italiana, anche se “64 bars” in live ci ha un po’ confuse.
Non diteci che non avete mai canticchiato “8 miliardi di persone” o “Si, ah“!
Se non lo avete mai fatto è il momento giusto per rimediare.
Classe ’89, Francesco Servidei nasce a Brescia, in Lombardia – si, dice rèeega invece di regà-. Chissà se è nato già con l’occhialino matto e il cappellino da pescatore…
“Vabbè, fatela corta, perchè tra tanti nomi, proprio Frah quintale?”
Perché lui nel 2006 era uno dei Frah di Fratelli Quintale, gruppo musicale composto da MC’s Merio e da DJ Breeda – spoiler si sono sciolti nel 2016–. È solo con il disco “Regardez moi” che apre la sua carriera da solista. Fun fact: l’album prende il nome di un graffito presente sulle mura di un palazzo abbandonato della sua città natale.
Dopotutto cos’altro aspettarsi da un tipetto in fissa con lo street style?
Famiglia Quintale
Superando i cancelli d’ingresso dell’Ippodromo delle Capannelle – che ospita il Rock in Roma, manifestazione musicale che si svolge annualmente a Roma siamo entrate in un mondo parallelo, dove tutti emanavano le stesse pazzesche vibess.
Tra make up super originali, tagli di capelli stravaganti e corpi ricoperti di citazioni di Frah, sembrava di essere in un episodio di Skins – eccetto le droghe-.
Ma la parte difficile doveva ancora arrivare.
Dove ci mettiamo?
Ecco, è con questa fatidica domanda che è iniziato il nostro viaggio della speranza alla ricerca di un posto vicino al palco, sì, ma possibilmente anche tranquillo.
Purtroppo la ragazza che leggeva, fregandosene di tutto e tutti, ci ha tratte in inganno…
Inutile dire che ci siamo ritrovate incastrate nell’area fomentati.
Come direbbe Aldo dell’iconico trio Aldo, Giovanni e Giacomo: “Non posso né scendere, né salire!”
I posti alla fine si sono rivelati i migliori, nonostante fossimo tutti attaccati e sudaticci, a causa dei modesti 40 gradi – un’alternativa ecologica alla sauna-. In un ambiente così ostile, la collaborazione è stata la chiave per la sopravvivenza collettiva: sembravamo una grande famiglia.
Seppur non sapessimo i nostri nomi, parlavamo come se ci conoscessimo da sempre. Della serie: Non so nulla di te, ma ascolti la mia stessa musica e questo mi basta.
Così abbiamo conosciuto Ludovica e Lovelyn, due ragazze amichevoli che erano accampate lì dalle tre del pomeriggio – non chiedeteci come abbiano fatto a sopravvivere 6 ore, con solo un telo, dell’acqua e un mazzo di carte-.
Abbiamo cantato “Tanti Auguri” ad uno sconosciuto e passato cento volte l’accendino al foggiano con l’orecchino davanti a noi. Abbiamo sghignazzato con le ragazze a fianco e ce la siamo presa con il tipo che, con il suo cartellone gigante, offuscava la vista a tutti.
E come scordarsi della ragazza con il calo di zuccheri a cui abbiamo passato la caramella all’arancia? Peccato l’abbia rifiutata pensando fosse Md…
Frah Quintali di persone, ho scelto te
Nell’aria, l’eccitazione era palpabile.
Il silenzio e poi, d’improvviso… eccole, le note di “8 miliardi di persone”. Gli sguardi fissi sul palco come se da un momento all’altro, inaspettatamente, Frah potesse apparire.
Lui, la nostra religione, e noi, i suoi discepoli.
Il cuore in gola e finalmente la sua voce sul palco, accompagnata dalle nostre esultanti.
Tutta la fatica e la stanchezza erano scomparse e l’adrenalina ci aveva assaliti.
Era lì, a un passo da noi che ballava e saltellava.
Risate, pianti ed Enrico
In sole due ore abbiamo ripercorso la carriera musicale di Frah, partendo da “Floppino” per arrivare a “Love Ya”, passando per hit come “Missili”, “Colpa del Vino” e “Due Ali”.
Non c’era una singola persona che non si stesse sgolando – a proposito, avete consigli per il mal di gola post concerto?-.
Ma diciamo la verità, eravamo tutti lì per un motivo in particolare: “Si, ah”, l’ultima canzone, cantata giusto per far tornare il sorriso a quelli a cui era scesa una lacrima durante “Nei treni la notte”.
Dopo la scenetta comica di Frah Quintale che lancia un pennarello tra la folla colpendo quasi in testa Zahra – alla fine il pennarello se lo è tenuto un’altra ragazza- guardandoci attorno, abbiamo realizzato che si stava diffondendo tra gli animi la presa di coscienza: era finito, il concerto era arrivato al termine.
Forse non avremmo mai più rivisto quei, ormai non più, sconosciuti e la mattina dopo ci saremo risvegliate avendo di tutto ciò, solo un semplice ma bellissimo ricordo.
Il YCB, però, non ha intenzione di lasciarvi con l’amaro in bocca.
Si, forse non avremmo incontrato Frah Quintale, ma la foto con Enrico il bodyguard, non ce l’ha tolta nessuno!
Scritto da: Laura – 5D e Zahra – 5F