La sorella segreta dell’ingegneria
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “2004” – Frah Quintale
Sono stati mesi di lacrime e preghiere, ma ora la possiamo dire: per chi non se ne fosse accorto, la maturità è terminata.
Per i sopravvissuti questo non vuol dire solo la fine del liceo, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo!
Mi dispiace deludere le vostre aspettative, ma per chi di voi abbia intenzione di avventurarsi nel folle mondo dell‘Università, la pacchia non è ancora cominciata.
Temo dovrete salutare ancora per un po’ gli aperitivi in spiaggia e i festini a Riccione, perché un’ombra minacciosa sta pian piano avanzando: gli esami di ammissione alla facoltà.
Quale facoltà? Direte voi…
Eh si, con tutto questo trambusto per l’esame orale e la busta misteriosa, chi ci ha pensato a cosa fare dopo?
Non agitatevi, avete ancora tempo per decidere, e il YCB vi darà una mano!
La famiglia segreta
Ci sono delle cose di cui tutti parliamo e di cui accettiamo l’esistenza, ma che di fatto non sappiamo cosa siano.
Tipo la cicala. Tutti sappiamo che esiste e che fa quel suono fastidiosissimo, ma c’è davvero qualcuno che ne abbia mai vista una? Che sappia come è fatta?
Non ti azzardare a dire che è come una cavalletta!
È lo stesso discorso per l’architettura.
Sappiamo che c’è gente che la studia, che esistono un sacco di architetti famosi e che fa un sacco figo dire “Sì, sono un architetto” ; ma nessuno sa che cosa sia o a cosa serva esattamente.
È il momento di svelare l’arcano.
“Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura.”
–Oscar Wilde
E se lo dice Oscar, noi ci fidiamo.
Spesso la gente confonde l’ingegneria e l’architettura, seppur siano piuttosto differenti.
Le potremmo considerare facce della stessa medaglia.
L‘ingegnere si occupa della questione strutturale. L’edificio non deve essere necessariamente bello e confortevole, deve funzionare!
L’architetto, invece, sfrutta la sua sensibilità per il bello, per creare spazi per accogliere e rispondere alle necessità dell’uomo.
Uno non può vivere senza l’altro!
Una disciplina “mutaforma”
Ciò che mi affascina di più dell’architettura, è che non è statica, ma in continua evoluzione. Questo perché le necessità dell’uomo variano e si evolvono nel tempo e nello spazio.
“Si potrebbe considerare l’architettura come la storia impressa nelle pietre.”
– A.L.Rowse
Pensiamo per estremi:
Gli abitanti del Polo Nord, gli Inuit, hanno dovuto escogitare un modo per sopravvivere al freddo glaciale, avendo a disposizione tanto pesce e troppa neve.
Nascono così gli igloo, le tipiche case a cupoletta interamente fatte di ghiaccio.
Ma se la matematica non ci inganna, come può freddo per freddo, fare caldo?
La neve contiene aria, che crea una sorta di barriera termica, che impedisce al calore dell’uomo di disperdersi all’esterno.
Insomma, il ghiaccio tiene al caldo .
Se provassimo ad accendere un fuoco, la neve non si scioglierebbe!
Certamente questa struttura del genere non avrebbe senso in un luogo come l’Africa!
Prima di tutto, perché la materia prima – cioè il ghiaccio – non resisterebbe a tanto caldo afoso. E in secondo luogo, perché nell’antichità, le tribù africane erano nomadi, dunque avevano bisogno di strutture temporanee, facili da maneggiare e smontare.
L’architettura tipica, era basata su materiali come la terra e il legno, molto leggeri e manipolabili. Inoltre le case erano molto semplici, con forme circolari, rettangolari o quadrate.
Il discorso è sicuramente ben più articolato e complesso, ma in fondo il nostro obiettivo era capirne il senso generale!
…solo per pochi prescelti
Il ruolo dell’architetto sta pian piano riprendendo piede, soprattutto nel campo dell’architettura paesaggistica.
È una facoltà che si ramifica in tutte le direzioni e che lascia molto spazio all’innovazione e la creatività!
Ora che abbiamo ben in mente cos’è l’architettura, tocca rispondere a un altro punto interrogativo: chi è l’architetto?
Uno studente che si approccia a questa facoltà deve avere buon spirito d’iniziativa, versatilità e capacità di comunicazione.
Molti degli esami previsti nel corso sono in team e si sà, gli esami di per sé sono stressanti, ma se sommati ad un collega scocciante, il risultato potrebbe essere devastante!
Tiè vi ho fatto anche la rima.
Armiamoci di Santa Pazienza e molte tisane allo zenzero!
Architettura è continuo movimento, così anche l’architetto deve essere capace di mutare e plasmarsi a seconda dell’esigenza.
Come un transformer, anche l’architetto deve levare ed aggiungere pezzi per reinventarsi, modellarsi, e creare nuove forme inedite per… sconfiggere il nemico?
Ma no!
Per abbellire e valorizzare ciò che lo circonda!
Ricordiamoci che mattoncino su mattoncino abbiamo costruito la nostra storia e le nostre tradizioni, e chissà quanti ancora aspettano di essere impilati!
Scritto da: Laura – 5D