Donna al volante: trova la metà
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Car Wash” – The Cool Kidzz
Donna al volante, pericolo costante: in questo preciso istante, centinaia di persone nel mondo, mentre aspettano di parcheggiare, stanno dicendo o hanno appena detto una cosa simile.
Il punto è: così come quelli che di solito pronunciano questa frase, la battuta è ormai demodè.
L’obiettivo è che entro la fine di questo articolo, dobbiamo aver trovato un nuovo, fresco modo di dire che ci rappresenti davvero.
Save the Date
Bisogna farlo in fretta, in tempo per la prossima giornata internazionale delle donne al volante.
So già cosa staranno pensando alcuni di voi: ma era proprio necessario istituire una giornata del genere?.
Ok, facciamo i seri:la popolazione femminile rappresenta, in media, il 50% della popolazione totale di un paese.
In l’Italia per esempio, siamo 60 milioni, giusto? 30 milioni di questi,riescono a influenzare ben l’80% del mercato automobilistico.
Praticamente, se alle donne fosse vietato guidare in Italia, il guadagno della Fiat sarebbe quello di un bambino che si mette a vendere limonata per strada. – si scherza, ma avete capito il concetto -.
Quindi è sulle donne che si gioca l’ago della bilancia.
La macchina è simbolo di libertà, autonomia, importante per tutte, ma per alcune ancora di più.
Il 24 giugno di quattro anni fa è crollato l’ultimo scoglio ed è stato finalmente concesso alle donne in Arabia Saudita di guidare, data da ricordare ogni anno.
In poche parole, si, era necessario.
Ecco i fattori da considerare per trovare la giusta fine del detto:.
1-… individuo pensante
È comprovato che gli uomini siano più bravi a fare le manovre per parcheggiare… molto meno a evitare incidenti.
Le donne sono più prudenti e, grazie agli estrogeni, imparano le regole della strada in modo più efficiente senza urtare le automobili
2-… corsa scottante
Sono poche ledonne che hanno fatto la storia delle corse automobilistiche, ma ce ne sono.
5 in totale, di cui 3 italiane.
Maria Teresa De Filippis o “Pilotino”, prima donna a correre nel 1958; Lella Lombardi; Divina Galica; Desirè Wilson, unica non europea e la romana Giovanna Amati, l’ultima – per ora – su un circuito a correre con altri sportivi maschi.
Prudente non è sinonimo di noioso, dopotutto.
3-… genio lampante
Mi rendo conto che alcuni dettagli sembrano esistere da sempre, ma in un preciso momento storico state pensate e studiate da qualcuno.
Gli specchietti, le frecce, la divisione in strada: tutte invenzioni di Dorothy Levitt, Florence Lawrence e June McCarroll.
Che senza questa roba, guidare sarebbe un suicidio assicurato.
4-… identità cangiante
Ben 4 alternative, ottimo lavoro cari lettori.
Direi che bastano per cambiare, no?
Scritto da: Alice – 4D