Tranquilla mamma, sono gay…
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Alejandro” – Lady Gaga
Ogni anno, quando Giugno si avvicina, la popolazione si divide tra chi cerca il costume da bagno più alla moda echi cerca qualcosa di super esagerato per la parata del Pride.
Domande lecite, del tipo: “ma così non si accentuano di più le differenze invece che avvicinare gli altri alla causa?” e meno sensate, come “ma mica esiste la festa degli eterosessuali….”
Fatto sta che, alla fine, le risposte le cercano ovunque tranne che al Pride…
E allora ci siamo noi a rimediare, perché il YCB ha partecipato con orgoglio alla tappa di Roma – il Pride continua in molte altre città, eh – ed ora è pronto a portarvi virtualmente alla scoperta di un evento magico.
“Ci piace farvi schifo”
Per rispondere alla domanda che richiede meno sforzo: grande intuizione!
No, la festa degli etero non esiste, principalmente per due ragioni: la prima è che il Pride è la festa di tutti; per spiegarvi la seconda, dobbiamo raccontarvi una storia…
Sono gli anni ‘60 e negli Stati Uniti, dei poliziotti organizzano retate nei locali gay, minacciando, picchiando ed arrestando i membri della comunità LGBTQIA+ – non gli etero-.
Ma durante una di queste retate, la notte del 27 giugno del 1969, nel club gay Stonewall a New York, la comunità non rimane a guardare, risponde alle manganellate dei poliziotti a suon di tacchi in faccia- che comunque non sono fatti di piume -.
Iniziano le proteste, la comunità gay scende in strada e nelle piazze per mostrare a tutti che loro esistono e che non hanno più intenzione di nascondersi, da qui lo slogan “Say it clear, say it loud. Gay is good, gay is proud”.
Cioè
Dillo in modo chiaro, urlalo. Essere gay è giusto, essere gay è motivo d’orgoglio.
Un anno dopo, è arrivata la prima, strabiliante parata.
“Mi piace la patata, ma sostengo la parata”
Venendo a noi: le “differenze”.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che non ce ne sono e che niente è più spontaneo di una manifestazione del genere.
Per strada, gente vestita stravagante con le scarpe da pole dance – le avete mai viste? Sono altissime, estremamente instabili e c’è chi ci camminava sui sanpietrini. Hanno tutta la nostra stima- insieme a turisti e coppie di mezza età finite a cantare, per coincidenza, Alejandro di Lady Gaga durante una gita a Rione Monti.
Dai balconi e dalle finestre c’era chi si affacciava per semplice curiosità, ma che poi, preso dall’emozione generale, finiva a cantare con tutti gli altri.
E tutti cercavamo gli eroi della giornata, quelli che, insieme ai brillantini e alle casse, si erano portati anche delle pistole ad acqua sui carri per rinfrescare la gente al sole: è pur sempre giugno. – roba seria poi, mica giocattolini da niente-.
Insomma, tra bambini instancabili con le loro “famiglie tradizionali” e adolescenti grondanti di sudore alla ricerca di birra fresca, c’era una marea di gente – per farvi capire, in piazza della Repubblica non ci stavamo tutti.- orgogliosa e contenta di sentirsi di nuovo in famiglia.
“Tranquilla mamma: sono gay, non fascio”
Erano migliaia di persone, una folla infinita di gente colorata e noi del YCB non ci siamo mai sentite più al sicuro! Indossavamo dei vestiti che, in qualsiasi altra situazione, non avremmo mai immaginato potessero sfiorare la nostra pelle, perché “troppo scollato” o troppo volgare”.
Semplici scuse, quando, chiaramente, il problema non sono i top.
Nessuna regola, nessun pregiudizio né etichette, solo libertà e un forte desiderio di amare e ricevere amore, che è ciò che conta.
Ecco perché la festa del Pride è la festa di tutti.
Perciò, fate leggere questo a chi non capisce, a chi non conosce, a chi ignora completamente.
E cosa si dice ai genitori che si preoccupano per la “gente strana che frequenta ste cose e va alle manifestazioni”?
Tranquilla mamma, stai sereno papà, vado al Pride.
Scritto da: Zahra – 4F e Alice – 4D