Sogni in lingua originale
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Colpa Del Vino”- Frah Quintale
L’exchange program ha come obiettivo quello di apprendere una lingua straniera: la scoperta di una nuova cultura, la vista di paesaggi sconosciuti, l’assaggio di piatti diversi…li potremmo considerare come un contorno. Sono come una bella cornice che serve a rendere il quadro più carino e godibile.
Si parla tutto il giorno e tutti i giorni un’altra lingua e, seppur possa suonare molto complicato e faticoso pian piano diventa del tutto naturale, fino a quando non te ne accorgi più.
Qualche giorno fa ero a casa di una mia amica italiana e abbiamo deciso di mettere su un film per passare il tempo.
Dopo un’oretta facciamo un tea-break e chiacchierando al tavolo ci sorge un dubbio: “Ma lo stavamo guardando in italiano o in inglese?”.
Ci siamo sentite assalite dai sensi di colpa, come se aver visto quei sessanta minuti di film in italiano avesse fatto regredire il nostro cervello cancellando tutto ciò che avevamo imparato negli ultimi sei mesi.
Siamo sfrecciate in salotto e con nostro sollievo ci siamo rese conto che effettivamente il film era in inglese.
Seppur questo episodio sembri banale e del tutto privo di importanza, in realtà cela un fatto piuttosto interessante.
Come ha fatto il nostro cervello a non rendersi conto che era in inglese?
Per capire cosa sia successo bisogna partire da un presupposto: Il nostro cervello è una scatola di informazioni.
“E fino a qua…” direte voi.
Ci sono tanti cordini (i neuroni) che si slacciano e allacciano, creando innumerevoli combinazioni. Quando viene aggiunta una nuova informazione si creano nuovi collegamenti (le sinapsi) che sostanzialmente mantengono il cervello attivo.
Eh ma qual è il punto?
Imparare nuove lingue raddoppia l’attività cerebrale: stimola la memoria, migliora le capacità cognitive e aumenta l’attenzione.
Ma l’acquisizione totale di un’informazione viene metabolizzata dal cervello solo dopo tre mesi, cioè quando i cordicini si sono ben stabilizzati. Dopo che si sono sistemati comodi, ecco qua che il gioco è fatto!
Dopo i primi tre mesi alcuni dicono addirittura di aver iniziato a sognare in lingua!
Ma si tratta di desiderio o allenamento?
Il padre della psicanalisi, Sigmund Freud, afferma che i sogni manifestano desideri. Seguendo questa linea potremmo dire che si desidera migliorare e apprendere una lingua. Se si è uno studente all’estero a questo desiderio si somma quello di sentirsi inseriti in un nuovo contesto culturale e linguistico.
Inoltre, c’è una differenza significativa tra quando si sogna in lingua e quando si padroneggia da svegli: quando siamo nel lettuccio tra le pecorelle e le stelline, molti dei nostri freni inibitori cadono, e questo ci permette di essere più sciolti e accantonare le nostre insicurezze.
Si tratta di un meccanismo piuttosto simile a quello messo in moto dall’alcol, quando siamo un po’ più leggeri e in sintonia con l’universo.
Questa piccola scatola con i cordicini è piena di meraviglie: mille combinazioni e tanto spazio per accogliere quello che ci circonda, basta solo un po’ di curiosità!
Scritto da: Laura – 4D