Le carte: che figura sei?
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La vie en rose” – Édith Piaf
Tutti quanti, almeno una volta, a Natale, a Capodanno, a Pasqua o durante qualsiasi altra festa trascorsa in famiglia abbiamo giocato a carte.
Ognuno ha la sua preferenza: chi ha il burraco come stile di vita, chi adora giocare a briscola, chi è malato di poker e i classici cuginetti della situazione che conoscono solo asso piglia tutto.
La verità è che c’è molto di più.
Non solo come giochi, ma anche come aspetti un po’ più particolari e meno noti.
Il re di cuori: misterioso e intrigante
Sapevate che secondo la tradizione anglosassone e francese ad ogni Re corrisponde una figura realmente esistita?
Il Re di cuori è associato a Carlo Magno, sì, esatto, quello incoronato da Papa Leone III la notte di Natale (ma perché, di tante cose, ci ricordiamo proprio questo dettaglio?)
Se guardate bene questa carta così misteriosa, noterete che si sta trafiggendo la testa con una spada. Un’antica leggenda, piuttosto macabra, ci svela le ragioni di questa raffigurazione…
Sembra che due dei figli di Carlo Magno morirono e, in seguito, egli si rinchiuse in uno stanzino a giocare a carte (pare che la sua prediletta fosse proprio il re di cuori) attendendo solo che la morte bussasse alla sua porta.
Finché un giorno, stanco della vita e del mondo, si trafisse il capo.
Tuttavia, si tratta solo di una leggenda che, però, spiega il significato dell’immagine presente sulla carta.
Il re di picche: un viaggio da Israele
Il Re di picche rappresenta proprio Davide, re di Israele.
Pensate che si pensa che San Giuseppe, padre putativo di Gesù, discendesse proprio da lui. Nell’Islam, invece, viene considerato un poeta.
Fu assegnato a lui il re di picche per scelta popolare, e viene rappresentato con la spada in mano.
Tuttavia, mentre scrivevo, mi è sorto un altro dubbio.
Perché si chiamano picche?
Pare che sia una parola di origine onomatopeica, e che indichi o un’arma da parata o una punta.
Il re di fiori: espansione al massimo
Il Re di fiori rappresenta Alessandro Magno, imperatore macedone e grandissimo conquistatore.
E anche un amante dei cavalli. Anzi, ad essere precisi di un equino in particolare: Bucefalo.
L’animale stette con lui da quando era bambino e rimase finché non morì di vecchiaia.
Pensate che in Pakistan c’è una provincia di nome Alessandria Bucefala, chiamata così da Alessandro in onore del suo fedele cavallo.
Il re di quadri: si torna alla Roma antica
Il Re di quadri, invece, rappresenta proprio Giulio Cesare, una delle figure politiche romane più importanti di sempre.
Di Cesare si potrebbe dire di tutto, ma per oggi ci soffermiamo su una caratteristica che non è scritta su tutti i libri di storia e che probabilmente non conoscevate.
Odiava i suoi peli, soprattutto la barba, che rimuoveva accuratamente. Al tempo stesso, però, detestava la sua calvizie.
Insomma, in altre parole desiderava meno peli e più capelli!
Probabilmente da adesso in poi, quando giocherete a poker non guarderete più i re nello stesso modo, ma saprete qual è l’identità nascosta.
Che la fortuna sia dalla vostra parte!
Scritto da: Benedetta Bini