Cristiana Massetti: Teoremi sui pattini
Soundtrack da ascoltare da ascoltare durante la lettura: “Pink + White – Frank Ocean”
Tutti la conoscete come “l’insegnante di matematica e fisica”, o come “la prof che si occupa delle olimpiadi” (delle stesse materie), ma voglio presentarvela sotto una luce diversa: Cristiana Massetti è una donna sempre in gara.
È probabile che qualcuno di voi l’abbia incontrata attraverso le gare che organizza con gli studenti del Kennedy, oppure semplicemente è la vostra prof; però lei è molto altro:
Come ha iniziato a insegnare? E cosa l’ha portata al Kennedy?
Ho iniziato a insegnare nella mia scuola d’origine (Pio IX). Mi sono laureata a marzo del ‘90 e già un mese dopo sono stata chiamata nella mia scuola, per sostituire il mio vecchio professore di matematica del biennio, perché io conoscevo il suo metodo, così da poter concludere l’anno scolastico non “traumatizzando” troppo i ragazzi. È rimasto un modello anche per quello che faccio oggi.
Ho insegnato per dieci anni lì, trovandomi, quindi, come colleghi i miei vecchi professori.
Le ha fatto impressione lavorare tra i suoi ex professori? L’allieva che supera il maestro…
È stato molto strano perché poi ci sono stati professori che sono stati molto cordiali, alla mano e, quindi, mi hanno messa subito a mio agio. Altri, invece, che un po’ hanno continuato a “fare i professori” in un certo senso e, quindi, hanno mantenuto un certo distacco nei miei confronti. Però, la scuola era come una famiglia, in cui sono cresciuta; bene o male stavo a casa mia.
Per diverse ragioni sono uscita da lì, ho preso il volo e dopo dieci anni ho iniziato a insegnare anche in altre scuole. Questo è il sesto anno che sono al Kennedy e penso che concluderò la mia carriera di insegnante qui.
Cosa l’ha ispirata a insegnare?
La passione c’è sempre stata, penso di aver deciso di diventare insegnante quando facevo le medie e comunque mi è sempre piaciuto insegnare, qualsiasi cosa. Facevo sport a livello agonistico e ho smesso abbastanza presto, però già quando facevo l’ultimo anno del liceo, il quinto liceo, io ho iniziato a insegnare nel vivaio della mia squadra; facevo pattinaggio artistico.
Poi ho smesso perché non ce la facevo a fare tutto quanto insieme bene. C’è stato un periodo in cui praticamente la mattina insegnavo a scuola e il pomeriggio stavo in pista, quindi ho ottenuto anche dei risultati molto buoni in quel campo, però poi alla fine ho dovuto scegliere.
È stata un’amara decisione, ma lo sport l’ho lasciato e, invece, scuola è rimasta. Insomma, è diventata proprio il mio lavoro definitivo. Però, insegnare mi è sempre piaciuto
Che traguardi ha ottenuto nel pattinaggio artistico?
L’ho fatto a livello agonistico. Ho smesso presto, però comunque ero in quella che chiamo la nazionale giovanile, cioè: praticamente a livello italiano ero nei primi dieci di categoria. Poi, vabbè qualche gara andata male, qualche delusione di vario tipo e… niente, lì ho mollato. Ho ripreso perché poi la passione in ogni caso c’era e, quindi, l’ho trasferita sui “piccoli atleti”.
E invece un aneddoto sui suoi “piccoli alunni”?
Quando faccio i compiti in classe e riconsegno i compiti con i voti, io li metto sempre in fila: faccio il primo classificato, il secondo classificato, il terzo classificato… Mi viene naturale metterli sempre in ordine crescente di voto, perché tutte le volte mi viene normale fare una sorta di classifica tra i miei allievi; sempre nell’ottica della competizione vista, spero, in maniera positiva.
Può svelare a noi studenti il segreto per andare bene nelle sue materie?
Matematica e fisica sono materie da affrontare quotidianamente, sistematicamente, senza mai lasciare indietro; questa è la cosa che io ho riscontrato più di tutte e che, anche quando ero alunna, ho sempre tenuto presente. Quindi: rivedersi bene gli argomenti e fare gli esercizi che vengono proposti dagli insegnanti, senza lasciare indietro. Se si fa con regolarità non richiede neanche un grandissimo sforzo. Questo è principalmente il primo consiglio che dò.
Il secondo consiglio è: magari gli esercizi non farli tutti, ma farli fino in fondo, insistere se non vengono. Bisogna essere un po’ tenaci nei tentativi, perché poi, alla fine, i risultati vengono.
Quindi, matematica e fisica non sono soltanto esercizi e nozioni complicate da imparare, ma una sfida, anche con noi stessi. Perché, come ci insegna la Massetti: nella vita tutto può diventare un gioco.